Migranti in condizioni difficili tra Tunisia, Libia e Algeria

Lampedusa (Ag) - Lampedusa (Ag) nella foto i migranti dentro l'hotspot in attesa che le condizioni del meteo cambino, la nave partita da Porto Empedocle ha fatto dietro front e ritornata in porto (Lampedusa (Ag) - 2023-04-14, Mattia Torretta) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Da circa due settimane, l’ONG internazionale Alarm Phone riceve chiamate di soccorso da gruppi di migranti in situazioni terribili, in condizioni di caldo estremo e circondati da forze armate su entrambi i lati dei confini, che bloccano le vie di fuga tra Tunisia e la Libia e l’Algeria.
Sono già stati confermati diversi decessi e molte emergenze mediche sono ancora insufficienti con diverse autorità che non forniscono alcuna assistenza medica.
Alarm Phone ha affermato di aver cercato di mobilitare il sostegno ma, nonostante tutte le prove fornite e le richieste di intervento, le organizzazioni delle Nazioni Unite,
l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati non hanno agito mentre in alcune regioni l’assistenza umanitaria da parte della Mezzaluna rossa tunisina sarebbe stata subordinata all’accettazione dei cosiddetti “ritorni volontari”.
Alarm Phone ha aggiunto che il fallimento delle organizzazioni internazionali presumibilmente intese a proteggere i diritti dei rifugiati e dei migranti è “vergognoso”.
Nel frattempo, domenica scorsa l’UE ha concordato un nuovo accordo sulla migrazione con il governo tunisino. Per cooperare “più efficacemente in materia di migrazione”, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il primo ministro olandese Mark Rutte si sono recati in Tunisia e hanno concordato una considerevole assistenza finanziaria, dedicata alla gestione delle frontiere tunisine e alla “lotta contro il traffico di essere umani”.
I gruppi per i diritti umani hanno chiesto aiuti di emergenza e riparo per i migranti costretti a lasciare la città portuale tunisina di Sfax, mentre dozzine di persone hanno protestato a Tunisi per la loro difficile situazione.
Centinaia di migranti sono fuggiti o sono stati costretti a lasciare la seconda città più grande del paese dopo che la tensione razziale è divampata in seguito all’uccisione il 3 luglio di un tunisino in una lite tra residenti e migranti.
Centinaia di persone sono bloccate nelle terre di confine a seguito delle deportazioni di massa dalla Tunisia. Sfax è un punto di partenza per molti migranti provenienti da paesi poveri e dilaniati dalla guerra che cercano una vita migliore in Europa facendo una pericolosa traversata del Mediterraneo.
Romdane Ben Amor, portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali, ha affermato che tra 100 e 150 migranti, tra cui donne e bambini, sono ancora bloccati al confine con la Libia e che circa altri 165 migranti sono stati prelevati vicino al confine con l’Algeria. “I migranti vengono trasferiti da un luogo all’altro mentre altri gruppi si nascondono in condizioni catastrofiche per paura di essere scoperti e subire la stessa sorte di quelli bloccati ai confini”, ha affermato Ben Amor, chiedendo poi che vengano forniti alloggi di emergenza ai migranti. Le autorità, ha affermato, devono inviare “un messaggio chiaro” ai cittadini tunisini per aiutarli, indipendentemente dal loro status. Ben Amor ha espresso il timore che i migranti possano morire se non ricevono immediatamente aiuto e riparo, osservando che i corpi di due erano già stati ritrovati.
Nel frattempo il capo di un’associazione camerunese ha affermato che la polizia aveva effettuato “arresti arbitrari” di africani sub-sahariani vicino alla stazione ferroviaria di Zarzis, a sud di Sfax. “Circa 300 sono stati arrestati… solo per il colore della loro pelle”, ha detto Eric Tchata, che ha pubblicato online un video girato da un collega camerunese che mostrava un gruppo di persone, tra cui donne e bambini, ammassate in un magazzino a Medenine, a sud di Sfax.
Human Rights Watch ha affermato che i migranti sono stati lasciati a se stessi senza acqua o riparo nelle regioni di confine, dove le temperature possono superare i 40°C.
Nel frattempo un altro gruppo di almeno 80 migranti è stato trovato in una zona disabitata nei pressi di Al-Assah, vicino al confine tra la Tunisia e la Libia, a circa 150 km a ovest di Tripoli. Gli agenti di frontiera libici hanno dato loro dell’acqua e li hanno portati in un rifugio.
La Mezzaluna Rossa tunisina ha fatto sapere di aver fornito rifugio a più di 600 persone che erano state condotte dopo il 3 luglio nella zona militarizzata di Ras Jedir, a nord di Al-Assah, sulla costa mediterranea.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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