Malagò “Spero che Tokyo2020 sia ripartenza”

L’emergenza Coronavirus sta cambiando le abitudini della società e a pagarne le conseguenze è anche il mondo dello sport. Il numero 1 del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, spiega di essere perfettamente consapevole che in questi giorni si sta perdendo l’abitudine alla pratica sportiva, ma sottolinea che è un problema “marginale, ed è persino riduttiva questa parola rispetto a quello che stiamo vivendo – dice il numero 1 del Coni -. Proviamo quasi vergogna a occuparci di tutto questo. Ora ci sono altre emergenze, altri problemi, altre situazioni e ci sono da rispettare tutte le indicazioni che possono aiutare a fermare il virus. Poi, certo, possiamo aiutare la gente a vivere meglio in questo periodo. Penso per esempio a una campagna che possa invitare la gente a fare attività fisica nelle proprie case”. C’è anche il problema dello sport a grandi livelli, dopo tante polemiche si è fermato anche il calcio, prima ancora tante altre discipline. “Domenica ho scaricato tre batterie del cellulare per rispondere a tutte le telefonate dei presidenti federali degli sport di squadre. Che facciamo? Ci fermiamo? Ci sono stati sport, vedi pallavolo, che a livello femminile si sono fermati e a livello maschile hanno giocato. O altri che a seconda della categoria, hanno fatto scelte diverse. Ho detto “signori, non è possibile”. Bisogna fare una sola scelta. E farla insieme”.
“Non è stata una scelta calata dall’alto. E non era una scelta fatta solo per il calcio. Dopo il Decreto di Conte sono arrivate le ordinanze delle regioni – aggiunge -. Per tutto questo abbiamo chiesto al governo un’indicazione univoca. E poi ci voleva una manleva, qualcosa che avallasse la scelta sportiva. Cosa che è arrivata con il decreto. Conte e Spadafora hanno convenuto con questa esigenza. E si sono dimostrati sensibili anche rispetto alla necessità di rispettare gli impegni internazionali delle nostre squadre. Questa cosa provocherà nella coscienza delle persone una convinzione: ci sono cose più importanti del calcio”. Intanto la Serie A rischia di non finire. “Si deve procedere per gradi. In questo momento non si possono dare delle risposte, sicuri di quello che accadrà fra qualche settimana. Gli Europei? Le decisioni spettano alle federazioni internazionali. Credo si stia cercando di prendere del tempo. E anch’io faccio il tifo perché le cose possano cambiare in meglio”. E poi c’è Tokyo2020. “Le Olimpiadi non sono la cosa più importante, ma si tratta di un evento simbolicamente molto significativo. Sarebbe bello se fossero un vero spartiacque, se dimostrassero che il mondo può ripartire. Il Cio lavora per questo. Le qualificazioni sono il problema più grande”.
Lo sport italiano, come tutti i settori del Paese, è in ginocchio. “Ci sono centomila società sportive in Italia che hanno dei costi fissi, la segreteria, l’affitto dell’impianto… Se non teniamo in vita tutto questo, quando potremo ripartire lo sport italiano sarà spacciato. Ma il governo percepisce l’importanza del nostro comparto”. Malagò è fiducioso e pensa che se qualcuno riuscisse ad abbassare il suo tenore di vita e aiutare chi peggio “Sarebbe un bel segnale. Non posso entrare in questo discorso. Ma io sono convinto che questo accadrà”.
(ITALPRESS).

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