ROMA (ITALPRESS) – Il sistema internazionale sta attraversando una prolungata fase di transizione e frammentazione, caratterizzata da incertezza strategica e dalla mancanza di un ordine chiaro e condiviso. In questo contesto frammentato, la capacità di comprendere, anticipare e misurare il rischio geopolitico diventa essenziale. Ecco perché la Luiss Guido Carli ha pensato di lanciare l’Osservatorio sul Rischio Geopolitico (GRO), iniziativa scientifica pensata per offrire a decisori pubblici e privati uno strumento avanzato di analisi, prevenzione e gestione del rischio geopolitico.
L’Osservatorio, attraverso il suo indice e le sue analisi, mira a fornire alle imprese italiane gli strumenti per affrontare queste sfide. L’Osservatorio è stato istituito all’interno del Centro di Ricerca Franco Fontana sul cambiamento strategico. Il GRO si propone di offrire un quadro rigoroso, flessibile e operativamente efficace per interpretare gli sviluppi geopolitici e tradurli in una business intelligence tempestiva. Al centro del lavoro del GRO si trova l’indice di rischio geopolitico (GRI), uno strumento quantitativo sviluppato internamente, fondato sul giudizio di esperti e calibrato attraverso un modello sistematico.
Il GRI offre una visibilità quasi in tempo reale sulle dinamiche geopolitiche che interessano paesi e regioni di prioritario interesse per il business italiano. Permette ai decisori di anticipare i cambiamenti, rivalutare l’esposizione, ottimizzare i flussi commerciali e modulare le strategie di investimento di conseguenza. Integra fattori di rischio strutturali, situazionali e attuali in un quadro coerente, cogliendo sia le sfide presenti sia le dinamiche evolutive della politica internazionale.
L’indice differenzia tra tipi di esposizione aziendale – commercio e investimenti diretti esteri (IDE) – e adatta i suoi output a quattro settori chiave dell’economia italiana: bancario e finanziario, energia, difesa e manifatturiero. L’applicazione iniziale del GRI a un insieme di nove paesi di interesse strategico per il business italiano fornisce preziose indicazioni. L’indice è disaggregato in dieci versioni distinte, che riflettono l’intersezione tra due tipi di operazioni aziendali (commercio e IDE) e i quattro settori strategici, più una versione generica di più ampia applicabilità.
“Viviamo in un mondo molto incerto dove le variabili geopolitiche influenzano sempre di più, purtroppo in negativo, le decisioni delle istituzioni e delle aziende e quindi abbiamo pensato con la Luiss, che è l’università di Confindustria quindi con un rapporto diretto con il mondo delle aziende, di offrire uno strumento per orientare. Non solo uno strumento che racconti la geopolitica ma che quantifichi il rischio attraverso dei dati, un modello matematico”, ha siegato Giampiero Massolo, direttore dell’Osservatorio.
“Gli elementi quantitativi si baseranno su apporti qualitativi e poi c’è un modello matematico che rielabora questi dati e arriva a formulare delle valutazioni numeriche, quindi un indice numerico che aiuterà a misurare il rischio per il sistema Paese come tale in determinate aree geografiche”, ha aggiunto. Secondo Massolo, inoltre, “è importante per il decisore avere dei punti e dei quadri di riferimento il più possibile attendibili e quindi cifrati della misura del possibile ed è quello che l’osservatorio si propone. Non soltanto dare l’evoluzione dei rischi dal punto di vista qualitativo e del racconto, ma anche cercando di misurarli e questa è un’esperienza relativamente nuova ed è quello che caratterizza questo osservatorio: il lancio dell’indice di un rischio geopolitico”
Per Carolina De Stefano, Lecturer Luiss “l’importanza di questo Osservatorio è avere un centro di ricerca nuovo che valuta il rischio geopolitico facendo leva anche sulle competenze della Luiss, su specifiche regfioni ed aree di rischio. L’obiettivo – ha aggiunto – è avere dei prodotti snelli partendo da un indice di rischio che è un qualcosa elaborato in maniera originale all’interno di questo centro e pi avere dei prodotti analitici che interpretano la complessità degli eventi sulla base dell’indice di rischio”. Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato: “Abbiamo aderito a questa nuova iniziativa per tre ragioni: la prima, le proposte dell’ambasciatore Massolo sono sempre orientate al bene comune; la seconda, perché la Luiss fa parte da molti anni della cultura di Intesa Sanpaolo; infine, l’Osservatorio è in linea con l’identità storica delle banche: investire nel sapere e diffondere la conoscenza, per comprendere il cambiamento. Oggi, in un mondo in cui la velocità delle trasformazioni è esponenziale, non si può più prescindere dal contesto geopolitico, che si tratti di investimenti all’estero, di finanziamento, di pianificare politiche economiche o strategie di impresa nel breve-medio termine”.
-Foto Luiss-
(ITALPRESS).