Pignoramento conto corrente: cos’è e come funziona

Pignoramento conto corrente: cos'è e come funziona

Pignoramento conto corrente, cos’è e come funziona. Quali sono i casi in cui è legittimo il pignorato del conto corrente bancario o postale. Ecco tutte le novità sul pignoramento del conto nel 2018.

Il pignoramento conto corrente ha subito diversi cambiamenti procedurali. Dal 1 luglio del 2017, le agenzie di riscossione per i debiti con il fisco, non devono più attivare alcun procedimento giudiziario per avere via libera al pignoramento.

La semplificazione della procedura è dovuta alla chiusura di Equitalia e all’apertura della nuova Agenzia delle Entrate e Riscossione. Questa, grazie al nuovo provvedimento, può attivare la procedura di pignoramento del conto, senza dover notificare l’atto o richiedere l’autorizzazione del giudice.

Quindi il pignoramento conto corrente 2018, vedrà un procedimento più veloce a discapito del cittadino in debito con lo stato o con gli enti previdenziali, come l’Inps.

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Cos’è il pignoramento conto corrente bancario e postale

Il pignoramento conto corrente postale o bancario, insieme a quello della pensione o dello stipendio, rientra tra i cosiddetti pignoramenti presso terzi. Al fine di ottenere ciò che gli spetta, il creditore può infatti avviare un procedimento ufficiale che prevede l’esecuzione di un bene, in questo caso il conto bancario o postale.

Il pignoramento presso terzi è disciplinato dall’articolo 491 del codice civile, ed è una misura di esecuzione forzata attuata, principalmente, da enti come l’Agenzia delle entrate e di riscossione (ex Equitalia).

Il blocco del conto corrente può avvenire al fine di ottenere l’importo pari al debito, e solo nel momento in cui il debitore non possegga alcun bene immobile, che possa andare a soddisfare la richiesta del creditore.

Il creditore così può agire in sua tutela, attraverso il pignoramento del conto corrente. Nel caso in cui non riesca solo con l’importo del conto a ottenere la soddisfazione del credito, si può richiedere, successivamente, anche il pignoramento dello stipendio o della pensione del debitore.

Quando il debito non viene soddisfatto e l’ente di riscossione o il giudice(solo in caso di provvedimento tra privati), decide di pignorare conto corrente, la banca non può sottrarsi. Questa all’arrivo della notifica, deve provvedere obbligatoriamente al blocco del conto e al pagamento della somma richiesta.

Infatti, anche i cittadini privati, le imprese e le società possono richiedere l’emissione di un provvedimento di pignoramento, solo però a discrezione del giudice. Per i debiti fiscali, invece, come anticipato, non c’è più bisogno dell’intervento del giudice. In questi casi è direttamente l’ente di riscossione a emettere l’atto di pignoramento, nel momento in cui, sussiste il mancato pagamento di una o più cartelle esattoriale.

Pignoramento conto corrente 2018: come funziona con i debiti fiscali

Rispetto alle esecuzioni giudiziare di pignoramento prodotte dalla richiesta di un privato, l’azione del fisco è molto più veloce e mirata all’immediata soddisfazione del debito. Con la legge di bilancio 2017 e la chiusura di Equitalia, il nuovo ente per la riscossione dei debiti fiscali, è molto più efficente e veloce nell’individuazione dei beni presso terzi, da poter pignorare.

La nuova agenzia delle Entrate-Riscossione, può attivare il pignoramento nel momento in cui non viene pagata la cartella esattoriale. Quindi la cartella di pagamento assume lo stesso valore dell’atto di precetto, fornendo all’agenzia la possibilità di richiedere il pignoramento conto corrente per debiti con il fisco, già dopo sessanta giorni dalla notifica del debito.

A oggi, con queste nuove disposizioni, non sarà più il debitore il primo a venire a conoscenza dell’atto di pignoramento. L’atto di pignoramento, potrà essere emesso direttamente con una richiesta, da parte dell’ente di riscossione, alla banca o alla posta. In questo modo il blocco del conto bancario o postale è più veloce, non dovendo più attendere i vari procedimenti giudiziari, previsti prima del 1 Luglio 2017.

Pignoramento conto corrente: come richiederlo da privato

Non solo l’agenzia delle Entrate e di Riscossione può richiedere il pignoramento del conto bancario. Infatti, come abbiamo accennato prima, anche altri creditori possono avvalersi di questo provvedimento. La richiesta di pignoramento presso terzi può essere fatta da:

  • banca
  • posta
  • cittadino privato
  • società di persone
  • imprese
  • finanziarie

Enti privati e cittadini, come previsto dall’art.491 del Codice civile, possono riuscire a ottenere il soddisfacimento del credito mediante il pignoramento di conti intestati al debitore, oppure avvalersi del pignoramento di 1/5 della pensione o dello stipendio. Solitamente, questo si richiede solo se il debitore non ha alcuna proprietà o bene intestato, dimostrando che questa è l’unica soluzione per il recupero del credito.

Qualunque sia la figura privata che desidera richiedere il pignoramento di un conto, l’azione non può essere attivata direttamente come succede per i debiti con il fisco. Infatti, il privato deve rivolgersi a un avvocato che in questo caso richiederà un decreto ingiuntivo al fine di dimostrare l’importo delle somme dovute.

Solo dopo che il giudice emette il decreto ingiuntivo sarà possibile richiedere il pignoramento del conto bancario. Quindi prima che si proceda con il pignoramento, il debitore verrà contattato dall’ufficiale giudiziario, e avrà un tempo limite per ripagare il debito. Se ciò non avviene allora il giudice potrà predisporre il pignoramento presso terzi, a favore del creditore.

Evitare pignoramento conto corrente: è possibile?

Il debitore può evitare il pignoramento del conto solo nel caso in cui:

  • non è in possesso di un conto a suo nome
  • è intestatario di un conto cointestato
  • sul conto corrente non sono presenti le somme atte a soddisfare il credito

In caso di conto cointestato, bisogna fare attenzione, perché di solito, si può richiedere, lo stesso, il pignoramento di metà della somma presente sul conto corrente bancario o postale.

Invece non è possibile richiederne il blocco, dato che è intestato anche ad un’altra persona che non risulta debitrice nei confronti di chi ha richiesto il soddisfacimento del debito.

Un altro modo per evitare il blocco del conto bancario o postale, nel caso di debiti con il fisco, è la richiesta di rateizzazione del debito. Rivolgendosi direttamente ai loro uffici, o tramite il portale online è possibile chiedere una dilazione di pagamento all’ente di riscossione. Dopo il pagamento della prima rata, si potrà sbloccare il proprio conto corrente. La richiesta di rateizzazione dev’essere fatta entro e non oltre i sessanta giorni dalla notifica di pagamento della cartella esattoriale.

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