ITALIA NON SEGNA, PORTOGALLO A FINAL FOUR

Nessun gol come un anno fa. Quel pari senza reti, però, fece molto più male perchè tolse agli azzurri il biglietto per i Mondiali di Russia. Anche questo 0-0 con il Portogallo ci toglie qualcosa, l’Italia a San Siro non riesce a fare gol e i campioni d’Europa portano a casa quel punto che vale la matematica qualificazione alla final four, mentre gli azzurri devono accontentarsi del secondo posto del girone che vale appena la conferma in Lega A della Nations League. Un’ora ottima da parte della Nazionale di Mancini che fa tutto bene, ma che non riesce a sfondare il muro lusitano che trema, ma non crolla anche grazie a due ottimi interventi di Rui Patricio su Insigne e Immobile. Poi un po’ di stanchezza, il Portogallo che controlla e la partita che si trascina via senza grandi emozioni.
Mancini cambia solo una pedina rispetto al successo in Polonia. La variazione è obbligata visto che Bernardeschi è indisponibile e, al suo posto, va in campo Ciro Immobile, preferito a Berardi. Il bomber della Lazio è il centravanti del tridente completato da Chiesa e Insigne.
Davanti a Donnarumma solita linea a 4 con Florenzi e Biraghi esterni, Bonucci (fischiato dai tifosi rossoneri) e il centenario Chiellini (il capitano ha tagliato il traguardo delle 100 presenze in azzurro) centrali, poi il centrocampo con Jorginho in regia, Barella e Verratti interni. Stesso modulo per il Portogallo che, privo di Cristiano Ronaldo, si affida all’ex Milan Andrè Silva al centro dell’attacco, con Bruma e Bernardo Silva esterni. Due gli “italiani” in campo, i terzini Cancelo (Juve) e Mario Rui (Napoli), mentre va in panchina Joao Mario (Inter). In 73mila a San Siro per spingere gli azzurri, un anno dopo quel match contro la Svezia che l’Italia, allora di Ventura, non riuscì a vincere fallendo la qualificazione al Mondiale. In quella sfida l’escluso eccellente fu Insigne, lasciato in panchina per tutta la partita. Mancini, invece, non ha mai avuto dubbi sul suo numero 10 ed è proprio l’attaccante del Napoli, al 5°, a impegnare con un gran destro dalla distanza Rui Patricio, sulla respinta si precipita Immobile che da posizione defilata non trova la porta. Buon palleggio e pressione da parte degli azzurri che ci provano sempre dalla distanza con Florenzi (largo il suo destro).
Non brillano i campioni d’Europa in carica, del resto basta un punto per assicurarsi la final four e la sensazione è che, al di là dei meriti dei “Mancio-boys”, Fernando Santos abbia impostato una gara d’attesa e il risultato è che in attacco, a parte un contropiede di Bruma fermato da un grande intervento di Chiellini, nel primo tempo non c’è traccia dei lusitani. Attacca sì e gioca anche bene l’Italia, il problema è che non segna. Verratti gestisce bene palla in diverse occasioni, in una, dopo svariati dribbling in area, serve Barella che spara alto dai 20 metri. Al 35°, invece, è splendida la verticalizzazione del centrocampista del Psg per Immobile, pronto il tocco di destro sull’uscita del portiere, ma è bravo Rui Patricio a salvarsi. Un minuto dopo il colpo di testa di Bonucci sfiora il palo.
Nessun cambio nella ripresa e sempre Italia a dominare. Verratti è ispiratissimo e parte da lui l’azione che porta Chiesa alla conclusione a botta sicura che, però, trova la deviazione in angolo di un difensore. Il Portogallo controlla, mentre cala un po’ il ritmo dell’Italia, facendo emergere le qualità il palleggio dei campioni d’Europa con il ct Santos che inserisce Joao Mario al posto di Pizzi. Non crea più la Nazionale del Mancio che prova a giocarsi la carta Lasagna, dentro al 29° al posto di Immobile. Adesso, però, sono i lusitani maggiormente in partita e al 76° ci vuole un grande intervento di Donnarumma per evitare il gol di William Carvalho. Mancini inserisce altre forze fresche, questa volta Pellegrini per Verratti. Ci prova Insigne all’84°, ma è largo il suo destro. Resta il tempo per un colpo di testa centrale di Pellegrini. Niente da fare, finisce 0-0, il Portogallo va alla final four, l’Italia può consolarsi con la buona prestazione fornita per un’ora, ma quello del gol che non arriva comincia a diventare un grande problema.
(ITALPRESS).

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