GLI ITALIANI E IL VALORE SOCIALE DELLA PLASTICA

Plastica e riciclo hanno aperto la Design Week milanese dedicata al “Senso del Design” presso CasaCorriere in Sala Buzzati con un workshop che ha visto protagonisti Antonello Ciotti presidente Corepla, lo scrittore e chimico Marco Malvaldi, il sociologo Francesco Morace, l’imprenditore Mario Luca Giusti, il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii e Giangiacomo Pierini direttore Comunicazione e Affari istituzionali di Coca Cola HBC Italia. Ha moderato Alessandro Cannavò del Corriere della Sera.

“La plastica cominciò ad affermarsi, negli anni 60, come conquista di benessere e qualità della vita. Simbolo della modernità, è il materiale che ha permesso la democratizzazione dei consumi. In quegli anni poco meno di 6 famiglie su 10 possedevano un televisore, circa 3 su dieci una lavatrice e poco più di uno su 10 una lavastoviglie, ma a distanza di 30 anni, negli anni 90, la totalità delle famiglie italiane possedeva una lavatrice e un televisore e non lontano da un terzo la lavastoviglie”, ha sottolineato il presidente di Corepla. “Poi, nel nuovo millennio, complice anche la grande crisi, una necessaria temperanza nei consumi impose di fare più con meno, di pensare alla tutela dell’ambiente, al riciclo, presupposto della nuova contemporaneità di un Paese come l’Italia, povero di materie prime. Design ed eco design, soprattutto oggi – ha aggiunto -, devono farsi carico delle possibili trasformazioni che gli imballaggi in plastica raccolti in modo differenziato e riciclati possono esprimere. Per produrre nuova economia e tutelare l’ambiente, la sostenibilità e dunque la riciclabilità, devono diventare variabili centrali della progettazione di imprese e aziende per permettere un riciclo di qualità”.

Massimiliano Valerii, direttore generale Censis, ha presentato l’inedita ricerca “La sfida della plastica: una gestione intelligente per un materiale intelligente. Il valore sociale della plastica nell’economia circolare”. Una fotografia del “sentiment” degli Italiani nei confronti della plastica e il riciclo. Un’analisi della percezione del valore sociale della plastica oggi. Un’indagine con la somministrazione di un questionario strutturato ad un campione nazionale rappresentativo di 1.000 cittadini che prende in considerazione un range ampio di ambiti in cui viene impiegata la plastica e rispetto ai quali è stato valutato il giudizio dei cittadini sul suo utilizzo: gli imballaggi, la conservazione degli alimenti, gli articoli per la casa, l’high tech/l’informatica, la sanità, l’igiene, lo sport, il design, l’arredamento, il vestiario e gli accessori moda.

Per il 96,6% degli Italiani la plastica è fondamentale in almeno un ambito tra quelli sopra elencati e la quota sale al 98,6% tra i Millennials e al 97,3% tra i laureati. Un 3,4% non la considera fondamentale. Nel dettaglio (tab.3): il 46,5% degli Italiani giudica il suo impiego insostituibile per gli imballaggi in generale, perché la valutano come indispensabile per il trattamento, stoccaggio, trasporto, protezione e conservazione dei prodotti. Il 40,6% degli Italiani la considera fondamentale nella conservazione degli alimenti. Il 33,8% indica gli articoli per la casa, la quota sale a 44,1% tra le casalinghe. Il 29,2% degli Italiani indica l’high tech come ambito in cui la plastica è fondamentale, rendendo i dispositivi tecnologici più leggeri, colorati, con un design attraente e a basso impatto energetico. 

Il 27,1% indica la sanità come ambito di utilizzo della plastica per garantire livelli di eccellenza nelle prestazioni sanitarie. I dati segnalano uno straordinario pragmatismo dei giovani che riconoscono il ruolo fondamentale di questo materiale non solo nell’ambito IT, ma anche sanità (più dei Baby Boomers 35- 64 anni e degli Aged – oltre 65anni), conservazione degli alimenti, imballaggi, sport, moda e arredamento. Proseguendo nei dati emersi dalla ricerca Censis, utile è il primo aggettivo che la plastica evoca nell’immaginario degli Italiani. L’utilità come requisito primo, il primato del valore d’uso nella percezione sociale indica il ricorso alla plastica come contributo positivo alla qualità della vita e al benessere delle persone. Versatile perché si individuano le capacità di questo materiale di aderire ad una molteplicità di esigenze e funzioni e infine riciclabile, definizione strategica sia rispetto al nuovo contesto di valori della sostenibilità che rispetto alle soluzioni decisive per far dispiegare il valore della plastica nella contemporaneità. Emerge che sono i Millennials a sottolineare in misura maggiore che la plastica è soprattutto utile con il 24,8% a fronte del 20,9% di Baby Boomers e del 22,7% degli Aged. Il tema dell’abbandono della plastica nell’ambiente e nel mare viene affrontato dai rispondenti come pratiche negative che non permettono il riciclo e il riutilizzo. Il 96,4% degli Italiani sa che gli imballaggi in plastica possono essere riciclabili per dare origine a nuovi materiali, il 74,5% ha conoscenza puntuale dell’attività di riciclo degli imballaggi, il 21,9% ne ha una conoscenza generica, il 3,6% non è a conoscenza della riciclabilità degli imballaggi in plastica. Ad averne una consapevolezza più alta sono le donne (75,3%), i laureati (78,2%) e i residenti nelle Regioni del Nord Est (81,4%).

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