GIOVANI, INFORMAZIONI IN AMBITO SESSUALE SU INTERNET

La maggior parte dei ragazzi e degli studenti universitari cerca le informazioni in ambito sessuale e riproduttivo su internet (89% i maschi e 84% le femmine, solo 1 su 4 in famiglia), ma quasi tutti (94%) ritengono che la scuola dovrebbe garantire l’informazione su sessualità e riproduzione. La conoscenza dei fattori di rischio per la salute riproduttiva non sempre è adeguata e evidenzia un gradiente di conoscenze che peggiora dal Nord al Sud su diversi aspetti indagati. Anche se l’uso della contraccezione tra i giovani è abbastanza diffuso, principalmente il preservativo, l’accesso ai consultori familiari da parte dei giovani è basso. Solo un 3% dei maschi e un 7% delle femmine si sono rivolti a questa struttura. Anche il contatto con i medici specialisti è limitato, in particolare tra i maschi. E’ quanto emerge dal report sui principali risultati del progetto Studio Nazionale Fertilità, che si è concluso alla fine del 2018 e ha avuto l’obiettivo generale di raccogliere informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva per orientare e sostenere la programmazione di interventi a sostegno della fertilità in Italia. 

Circa 1 adolescente su 3 ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi (35% dei maschi e 28% delle femmine). Si osservano leggere differenze per area geografica, specialmente tra le ragazze (22% al sud e 32-30% al centro-nord). Riguardo la volontà di avere dei figli, quasi l’80% dei ragazzi immagina un proprio futuro con figli, tuttavia tale percentuale diminuisce notevolmente tra gli adulti. Infatti quasi la metà degli adulti intervistati (44%) dichiara di non essere intenzionato ad avere figli e le motivazioni sono legate principalmente a fattori economici e lavorativi e all’assenza di sostegno alle famiglie con figli, e alla sfera personale e della vita di coppia. I professionisti sanitari, in generale, hanno buone conoscenze (3 su 4 hanno risposto correttamente nella maggioranza dei casi). Tuttavia si evidenziano bisogni formativi su alcune aree e sulla relativa comunicazione agli assistiti. È generalizzata, sia nella popolazione che tra i professionisti, una sovrastima sulle possibilità delle tecniche di PMA di risolvere sempre i casi di infertilità. 

“È tempo di promuovere nelle scuole una corretta educazione ai temi di salute facendo si che la salute diventi materia di insegnamento trasversale in tutte le scuole, in linea con gli insegnamenti dell’Oms e attraverso un’alleanza tra scuola e Ssn, tenendo conto degli obiettivi, dei soggetti, delle risorse dei saperi umanistici e scientifici e delle relazioni che li legano, per cosi dire, attraverso un approccio scolastico globale”, ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo. “Mi auguro che si possa realizzare appieno la stretta collaborazione con il Miur da poco sancita e sono fiduciosa che la collaborazione attiva con i medici di medicina generale, con i pediatri di Libera Scelta e con gli operatori territoriali dei Consultori familiari, possa portare a un capillare intervento anche in fasce della popolazione più marginali”, ha aggiunto.

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