PALERMO (ITALPRESS) – Un’occasione per tracciare le somme di metà mandato e delle sfide che attendono l’Assemblea regionale siciliana per il resto della legislatura: è il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, a tirare le somme con la stampa nel corso della cerimonia del Ventaglio, tenutasi a Palazzo dei Normanni, che anticipa di qualche giorno la sospensione dei lavori parlamentari per la pausa estiva.
Il punto di partenza è naturalmente un bilancio complessivo dell’operato dell’Ars: “Anche se è saltato un disegno di legge (consorzi di bonifica, ndr) ne sono stati fatti molti altri – afferma Galvagno – I disegni di legge presentati sono 960 contro i 872 della passata legislatura, le leggi approvate sono 79 contro 65, le leggi impugnate sono 6 contro 17. Su 642 interrogazioni con richiesta di risposta scritta 340 sono state concluse, nella passata legislatura le richieste erano state 1.079 con 377 risposte concluse: in totale sono 2.052 le interrogazioni presentate e quelle concluse costituiscono il 37%, contro il 32% precedente. Le sedute sono leggermente diminuite rispetto al passato, siamo a 195 contro 210: tuttavia si fa un lavoro importante in commissione, per poi arrivare in aula più spediti; la commissione più prolifica sulle leggi approvate è stata quella Bilancio, con un dato superiore al 60%. Di grande rilievo è stato il lavoro della commissione Anfimafia sul tema dello spaccio, in particolare di crack, ma anche sui controlli legati ai finanziamenti del Pnrr”.
La riflessione di Galvagno si sposta poi sulla Fondazione Federico II, da lui stesso presieduta: “Il lavoro svolto negli ultimi 18 mesi ha permesso di uscire dal perimetro palermitano: rispetto al passato abbiamo ritenuto di dover destagionalizzare e in questo senso la mostra di Picasso ha aiutato, con oltre 250mila visitatori. Un anno fa l’utile era leggermente superiore al milione, ora è di 1,7 milioni”.
Più spinosa la questione relativa all’assegnazione delle risorse, tanto alle associazioni quando ai Comuni: sulle prime, spiega il presidente dell’Ars, “ho ritenuto fosse necessario aiutare determinare categorie: ho chiesto al parlamento di attivarsi in tal senso con una legge che potesse disciplinare determinate assegnazioni, ma al momento non ho ricevuto alcuna risposta. Sui Comuni ho cercato diverse volte di spiegare come le destinazioni dovessero riguardare tutti, ma dal mio punto di vista ce ne sono alcuni che hanno più bisogno rispetto ad altri: su questo ho fatto sì che le forze politiche trovassero una sintesi e ora gli chiedo di trovare un criterio più corretto per l’assegnazione delle risorse”.
Galvagno si sofferma poi sul rapporto con il presidente della Regione: “Schifani molte volte ha incontrato capigruppo e segretari di partito senza che io fossi presente, ma non c’è alcun tipo di problema perchè i rapporti con lui sono molto buoni e non è obbligatorio che io partecipi sempre a questi incontri”.
Poi, in merito all’inchiesta della Procura di Palermo sui contributi pubblici dell’Ars, commenta: “Sulle indagini ho informato i probiviri di Fratelli d’Italia sulla mia posizione, presentando ciò che è in mio possesso in questo momento: toccherà a loro porsi come vorranno quando avranno abbastanza elementi; non ho sentito Arianna Meloni, ma parlo quotidianamente con il coordinatore regionale del partito (Antonio Sbardella, ndr). Ad oggi non mi è stata notificata nè una conclusione delle indagini nè una richiesta di rinvio a giudizio: sono intervenuto in Aula, ma mi pare che nessun gruppo parlamentare abbia chiesto le mie dimissioni; quando saprò di più farò tutte le valutazioni del caso”.
Per quanto riguarda l’ex portavoce Sabrina De Capitani, anche lei coinvolta nell’inchiesta, che ha rassegnato le dimissioni a fine giugno, Galvagno sottolinea come “sotto il profilo dei numeri per la Fondazione Federico II il miglioramento è stato evidente con lei, anche per merito dei rapporti che ha tenuto con determinati enti nazionali e internazionali: sarei molto dispiaciuto se rispetto a quanto emerge ci fossero giudizi che mettono in evidenza azioni di leggerezza. Non mi sento di prendermela con De Capitani: ipotizzo che alcune delle cose che le vengono contestate avvenissero in buona fede”.
La riflessione finale è sul voto segreto: “La mia proposta è di modificare il regolamento – afferma Galvagno, – Mi pare che in Aula qualcun altro la pensi come me: se volessimo fare un atto di responsabilità e trasparenza in un momento simile ritengo che sia l’ora di essere quanto più cristallini e limpidi possibili; se non lo si vuole eliminare, ritengo si debba quantomeno limitare”.
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