Friuli Venezia Giulia, Riccardi: “Il sistema sanitario esige multidisciplinarietà”

GRADO (ITALPRESS) – “Il rinnovamento dell’assetto sanitario regionale è un lavoro di tutti gli attori in campo che richiede un salto di qualità culturale: consiste nel demolire l’approccio verticale e nell’optare per un’organizzazione orizzontale in cui è valorizzata la multidisciplinarietà, garanzia di maggiore efficienza”. È il pensiero espresso dall’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi nel corso della giornata formativa organizzata al Palazzo dei Congressi di Grado da Ceformed e da Arcs, l‘Agenzia regionale per il coordinamento della salute.

“Se non facciamo le riforme – ha rilevato Riccardi nel suo intervento dal palco – rischiamo che i cittadini si dividano in tre categorie: chi avrà le cure, chi le avrà mettendo mano al portafogli e i più fragili, che rimangono fuori: questo non deve accadere perché il diritto universale alla salute è sacrosanto ed è sancito dalla nostra Costituzione”.

Come ha osservato l’assessore, “proprio i mutati bisogni della nostra società, che vedono prevalere le cronicità sulle acuzie, richiedono una maggiore multidisciplinarietà ed enfatizzano l’importanza delle cure primarie e di quel filtro che garantisce l’appropriatezza delle prestazioni e scongiura gli sprechi”. In quest’ottica secondo Riccardi possono giocare un ruolo molto importante i medici di medicina generale, grazie alle Aft, le aggregazioni funzionali territoriali, e grazie al loro coinvolgimento nelle case di comunità, “per le quali l’obiettivo alla portata è di aprirne sei entro la fine dell’anno”.

“La sfida è far recuperare il ruolo fiduciario con il paziente che un tempo il medico di medicina generale aveva, cosa che oggi è diventato molto complicata”, così l’assessore. Secondo Riccardi le precondizioni ci sono: “Il Friuli Venezia Giulia viene indicato dalle stesse organizzazioni sindacali dei medici come modello per gli accordi integrativi stipulati con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta cui seguirà a breve quello con gli specialisti ambulatoriali. Senza dimenticare che per sgravare i camici bianchi dagli adempimenti burocratici la Regione provvede a fornire loro un contributo finanziario per l’attivazione del collaboratore di studio”.

La questione, come ha ripetuto l’assessore, non è solo legata alle risorse, ma riguarda la riorganizzazione e il riequilibrio generale del sistema. Tuttavia, “la Regione si trova nella posizione invidiabile di disporre di un apporto pro capite per la salute tra i più alti d’Italia, con i conti in ordine e, in questo 2025 per la prima volta, senza la necessità di rabboccare la disponibilità finanziaria, il che consente una programmazione più ordinata e una negoziazione con le direzioni su obiettivi ben precisi da conseguire”.

-Foto Regione Friuli Venezia Giulia-
(ITALPRESS).

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