Botta e risposta Dal Pino-Marotta, assemblea di A mercoledì

Mentre l’emergenza Coronavirus sta producendo un’inedita convergenza a livello di governo nazionale, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il campionato di Serie A. La scelta della Lega, sicuramente non ferma e univoca, di rinviare le ben cinque gare (diventate sei in serata con Samp-Verona di domani) della settima giornata di ritorno al 13 maggio, dopo aver annunciato che si sarebbero disputate a porte chiuse, ha infatti provocato il malumore di alcune società. Ma se da una parte non hanno fatto clamore le lamentele del Brescia, società che si è detta pronto ad un’azione risarcitoria nei confronti della Lega se la gara contro il Sassuolo verrà rinviata a fine campionato, o del Bologna, che chiede che il match contro la squadra di Sarri non sia giocato a porte chiuse, parecchio rumore ha fatto la decisione di posticipare il match clou tra Juventus e Inter. Già a partire da ieri, l’ad dell’Inter Beppe Marotta si era scagliato contro il provvedimento di via Rosellini, parlando di decisioni prese senza consultare le società interessate. In mattinata, il presidente della Lega di A, Paolo Dal Pino, ha voluto fare chiarezza sul processo che ha portato al rinvio del derby d’Italia, facendo sapere che solo venerdì sera alla Lega Serie A è arrivata la comunicazione che in tre regioni sarebbero stati riaperti gli stadi a partire dalla mezzanotte odierna. Da qui la possibilità di disputare gli incontri in programma a porte aperte già da domani, lunedì 2 marzo. Una proposta che però è stata immediatamente rifiutata dall’Inter. Da qui la dura reazione di Dal Pino nei confronti di Marotta: “La società si assuma le sue responsabilità e non parli di sportività e campionato falsato. Marotta rappresenta le esigenze dell’Inter, io tutelo gli interessi di tutta la Serie A. Trasmettere immagini di stadi vuoti sarebbe stato un pessimo biglietto da visita, non solo per il nostro campionato, ma per l’intero Paese. Ragioniamo come serie A, non individualmente”. Sull’argomento, dopo un Consiglio di Lega informale e in videoconferenza conclusosi con un nulla di fatto, se non con la decisione di fissare per il prossimo 4 marzo un’assemblea con tutti i presidenti della Serie A, è tornato l’ad nerazzurro, che ha definito “aleatoria”, “impraticabile e quasi provocatoria” la proposta della Lega di giocare il lunedì. Secondo Marotta, giocare nella giornata di domani a porte aperte sarebbe stato “improponibile” perché “contro la logica della salute pubblica”, perché lo Stadium sarebbe stato aperto solo ai tifosi bianconeri e per tutelare la Rai, che detiene i diritti della Coppa Italia, in quanto Juve-Milan e Napoli-Inter sarebbero state disputate entrambe nella giornata di giovedì. Sull’argomento è intervenuto anche il Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, che dagli studi di “Domenica In” ha ribadito che tutte le decisioni sono state prese autonomamente dalla Lega Serie A. “Noi abbiamo solo detto che in certe zone bisognava giocare a porte chiuse o rinviare le gare, poi hanno il diritto di decidere loro: è la Lega Serie A che deve organizzare i recuperi e i calendari vari”, ha spiegato il ministro, invitando poi la “Confindustria del calcio” a valutare l’idea di recuperare già in settimana le gare rinviate nell’ultimo turno e slittare ad altra data le semifinali di ritorno di Coppa Italia. Nel frattempo sul web, ma anche fuori dalla sede della Lega Serie A, montano le lamentele, soprattutto dei tifosi dell’Inter, contro la decisione di rinviare il derby d’Italia. “Rispetto per il calcio, rispetto per i tifosi”, è infatti il testo di uno striscione affisso fuori dalla sede della Lega di via Rosellini dalla Curva Nord nerazzurra. E da più parti si storce il naso sottolineando che sarebbe stato più opportuno rinviare tutte le gare. Al momento l’ipotesi che sta prendendo corpo è quella di giocare le sei partite rinviate nel prossimo week-end, facendo slittare la 27esima giornata. Juventus-Inter sarebbe recuperata lunedì 9 marzo, alla scadenza dell’ordinanza che prevede le porte chiuse e vieta le trasferte per i tifosi provenienti dalle regioni maggiormente interessate dal Coronavirus (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), sempre se la situazione contagi non dovesse peggiorare. Si chiarirà tutto nella prossima Assemblea di Lega di mercoledì.
(ITALPRESS).

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