Crosetto presenta il rapporto strategico nazionale sulla sicurezza

ROMA (ITALPRESS) – La presentazione del rapporto “Per una strategia di sicurezza nazionale” da parte del ministro della Difesa Guido Crosetto segna un momento di discontinuità nella cultura strategica italiana.

Per la prima volta, viene formalizzato un documento programmatico che punta a costruire una visione integrata e proiettata nel lungo periodo (8-10 anni), superando l’approccio emergenziale e frammentato che ha storicamente caratterizzato la postura nazionale in materia di sicurezza.

Il rapporto, illustrato alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è frutto di un lavoro interministeriale e multilivello, che intende unificare i principali strumenti del potere nazionale, politico, militare, industriale, tecnologico, informativo ù attorno a un concetto di sicurezza allargata, resiliente e autonoma.

In sintesi, il rapporto “Per una strategia di sicurezza nazionale” non è un libro bianco, né un piano industriale. “È un manifesto dottrinale – ha sottolineato il ministro Crosetto -, che segna la nascita di una cultura della sicurezza nazionale coerente con la complessità contemporanea e integrata con le trasformazioni tecnologiche e geopolitiche in atto. Il suo valore non risiede solo nei contenuti, ma nella visione sistemica che propone: un Paese che non delega più la propria sicurezza, ma la costruisce in modo consapevole, sostenibile e industrialmente autonomo. Non è soltanto un documento tecnico, né uno strumento da esaurirsi in una legislatura: è una riflessione collettiva sul nostro essere Nazione. Un atto di responsabilità verso ciò che siamo e ciò che intendiamo diventare”.

Il Presidente Mattarella ha ribadito che “la difesa della pace richiede coraggio, diplomazia e, quando necessario, fermezza”, e ha elogiato l’operato delle Forze Armate come “un punto di forza per la Repubblica”, espressione di “una scelta di vita al servizio dei valori democratici”. Il Capo dello Stato ha inoltre richiamato il senso di coesione tra istituzioni, comparto industriale e società: “Non esiste sicurezza senza responsabilità condivisa”.

Il documento si pone dunque come punto di sintesi tra dottrina, pianificazione e indirizzo politico. Più di un libro bianco e meno di un piano industriale, rappresenta una visione sistemica che punta a far crescere la “sovranità di fatto” del Paese: non come isolamento, ma come capacità di decidere, innovare e difendere i propri interessi nel rispetto del diritto internazionale.

“È il tentativo – ha concluso Crosetto – di coltivare il terreno su cui possano crescere alberi di cui nessuno di noi vedrà l’ombra, ma di cui le future generazioni potranno raccoglierne i frutti”.

Nel testo si rileva un’evoluzione concettuale netta: la sicurezza non è più intesa unicamente come funzione di difesa armata, ma come condizione strutturale della sovranità, dello sviluppo economico e della tenuta democratica.

L’Italia, secondo Crosetto, non può più permettersi una visione limitata o disorganica: serve una cornice stabile in grado di guidare la pianificazione, l’investimento tecnologico e la cooperazione internazionale. Questo approccio si inserisce nel contesto post-pandemico e post-2022, dove il ritorno della guerra convenzionale in Europa (Ucraina), l’instabilità nel Mediterraneo allargato e la crescente competizione nei domini cyber e spaziale impongono una revisione dottrinale profonda.

Uno degli elementi chiave del rapporto è il riconoscimento formale dei sei domini operativi (terra, mare, aria, spazio, cyber e subacqueo) come teatri integrati e sinergici. L’accesso libero e sicuro a questi ambienti è considerato una priorità strategica, al pari della protezione delle infrastrutture critiche, delle filiere energetiche e logistiche e della continuità operativa del sistema-Paese.

La minaccia non è più soltanto cinetica: disinformazione, guerra cognitiva, attacchi cyber, infiltrazioni tecnologiche e dipendenze industriali sono oggi parte integrante dello spettro operativo. Di conseguenza, il documento propone una convergenza di strumenti hard e soft, civili e militari, statuali e industriali, in un’ottica di sicurezza nazionale sistemica.

Sul piano delle capacità, la strategia richiede un’accelerazione decisa nella modernizzazione delle Forze Armate, in coerenza con il Documento Programmatico Pluriennale 2024-2026. I programmi già in corso verranno rafforzati con focus su interoperabilità, digitalizzazione e prontezza operativa.

In particolare, il documento dà impulso allo sviluppo del Main Ground Combat System (MGCS) europeo, al potenziamento delle capacità anti-aeree a corto e medio raggio, all’estensione della flotta UAV e UGV, e all’integrazione di sistemi C4ISTAR all’interno di un ecosistema federato. Inoltre, la componente cyber sarà consolidata sia in ambito Difesa che nei comparti di sicurezza interna, con investimenti nella formazione, nelle infrastrutture di resilienza e nella cooperazione pubblico-privato.

L’industria nazionale della difesa è chiamata a un ruolo centrale. Il rapporto riconosce formalmente il valore strategico della base industriale e tecnologica della difesa (BITD) come asset da tutelare, rafforzare e integrare nei programmi europei. Crosetto ha chiarito che l’Italia non può più permettersi di essere solo cliente o subfornitore, ma deve aspirare a essere co-sviluppatore e proprietario di tecnologie critiche.

In questo quadro si inserisce il rafforzamento delle partecipazioni in Leonardo e Fincantieri, il rilancio degli stabilimenti dell’Agenzia Industrie Difesa (AID) e l’ingresso in programmi multinazionali ad alto contenuto tecnologico come GCAP (con Regno Unito e Giappone), Eurodrone, e il già citato MGCS con KNDS e Rheinmetall.

Di particolare interesse l’intenzione di sviluppare capacità duali e strategiche nella produzione nazionale di munizionamento, nei semiconduttori di uso militare e nella componentistica di sensori e sistemi EW. AID viene riconfigurata come snodo tecnico-industriale, con l’obiettivo di assicurare una supply chain sovrana almeno in settori critici, quali: munizioni, subacquei, biomedicale militare, simulatori, AI per impiego operativo e logistica. La sinergia con l’università e la ricerca viene potenziata, soprattutto nei settori della crittografia quantistica, sensoristica avanzata, propulsione e tecnologie spaziali.

In parallelo, la strategia non rinnega l’ancoraggio euro-atlantico dell’Italia, ma ne amplia la postura: rafforzare la NATO sì, ma anche contribuire a un’autonomia strategica europea pragmatica, fondata sulla capacità di decidere, produrre e proiettare forze in tempi e modalità compatibili con lo scenario multipolare. L’Italia mira a essere contributor credibile, con una visione etica del potere, ma anche consapevole delle sue responsabilità regionali, specie nel Mediterraneo allargato e nei Balcani.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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