CON LA SUPERLEGA CI HANNO PRESO IN GIRO, CI HANNO PROVATO

Ci hanno preso in giro. Non sono miliardari da barzelletta. Con il progetto Superlega ci hanno provato sapendo quando e come sarebbe finito. La Banca JP Morgan garantiva per loro sulla carta, come si dice. L’operazione – per chi non dorme – sapeva di Lehman Brothers. Proprio pochi giorni dopo la morte di Bernard Madoff, il grande imbroglione. E’ difficile pensare che la Sporca Dozzina, ricca e potente, riuscisse a esibire tanta improntitudine. Ho letto che stavano preparandosi da anni: possibile che non avessero fatto dei sondaggi fra il popolo dei fans o annusato l’aria che tirava nei Palazzi, da Boris Johnson a Macron? (Angela Merkel ha altri pensieri, il Bayern non l’ha disturbata, è l’unico club di natura governativa che quando un suo presidente ruba va in galera, anche se si chiama Uli Hoeness ed è popolarissimo). Forse l’unico che ha capito – non lo dico per aderire al diffuso lecchinismo – è Mario Draghi che non ha cavalcato la tigre demagogica ma ha parlato di necessaria mediazione.
Ci hanno provato e la provocazione – fatta nelle ore in cui a Montreux si riunivano le istituzioni euromondiali per promuovere l’ammucchiata di Champions, 36 squadre, gloria per pochi, soldi per tutte – viste le reazioni smodate di Ceferin & C, è perfettamente riuscita. Evelina Christillin, la dirigente italiana emergente e dotata di qualità diplomatiche eccellenti, ha parlato di una Svizzera (Montreux) in guerra. Insolita da quelle parti. E da collaboratrice e sodale di Ceferin e Infantino, ma al tempo stesso tifosissima della Juventus dell’amico e sodale Andrea Agnelli, ha anticipato trattative di pace. Subito dopo, mentre le inglesi e l’Inter di Zhang si coprivano il capo di cenere e desistevano dalla lotta, Ceferin messaggiava: “Ammirevole ammettere l’errore, ora ricostruiamo l’unità”. Trallallà. Commento alla Flaiano: “La situazione è grave ma non seria”. Un testimone del tempo che ho appena sentito, Franco Carraro, è stato come sempre…franco: “Caro amico, la bomba Superlega credo sia servita per aprire un dialogo, come successe nel 1996 quando in Italia Marco Bogarelli ipotizzò per primo la nascita di una superlega per indurre l’UEFA a cambiare la formula della Champions per distribuire con maggiore equità le royalties ai club”.
Carraro non è rimasto sorpreso dalla repentina marcia indietro che il solo Andrea Agnelli ha ufficializzato confermando tuttavia – come fosse Maurizio Landini – che la lotta continua. Almeno fino a quando le istituzioni che fanno miliardi con Coppe e Mondiali incassando quattrini a iosa anche dal Qatar non risponderanno alle sollecitazioni delle associazioni per i diritti dell’uomo, “agendo ora per assicurare che la Coppa del Mondo del 2022 – scrive Amnesty International – sia un torneo di cui essere orgogliosi, e non macchiato da abusi sui lavoratori migranti, come è stato documentato”. Alla fine, Agnelli e Perez – bastano i loro nomi a dire Superlega – vogliono soldi soldi soldi. Come i loro governanti eredi di Blatter e del ridicolo Fair Play finanziario di Michel Platini.

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