Cirino Pomicino “La politica di oggi è segnata dal declino”

La politica oggi è caratterizzata dal declino. È severo il giudizio di uno dei protagonisti della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino. Intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress ha spiegato che a suo dire “la caratteristica della politica di oggi è il declino e l’erosione dei tre poteri dello stato: legislativo, esecutivo, giudiziario. Il Parlamento oggi non fa che ratificare decreti, i suoi membri non sono un punto di riferimento della società, la stabilità politica della prima repubblica è una cosa irraggiungibile oggi, e su come va il sistema giudiziario basta leggere il libro di Palamara che ci ha dimostrato con fatti e racconti che i pubblici ministeri sono un’enclave di professionisti attrezzati ma impunibili, e incidono pesantemente sul sistema politico italiano”.
Cosa significa essere democristiano oggi? “Avere una cultura di ispirazione cristiana e cattolica, ma innanzitutto è la qualità del buon senso che contraddistingue un democristiano ed avere la capacità di avere sempre presente la saggezza del dubbio, oggi ognuno la mattina si alza e dà verità su tutto”, ha risposto Cirino Pomicino, per il quale “c’è bisogno di avere una classe dirigente e dei partiti che siano partiti, se il partito non regge si va tutti allo sbando e nascono altri poteri autoreferenziali e quindi diventa un problema”.
Pessimista sulla possibilità che con questo governo si possa arrivare ad una riforma della giustizia: “Credo che non si farà, nel Recovery Plan è stata messa al centro quella sulla giustizia civile, non hanno immaginato di toccare la riforma del processo penale, probabilmente bisognerebbe abolire l’avviso di garanzia, bisognerebbe fare tutto in segreto dall’avvio delle indagini, invece gli avvisi di garanzia vengono prima consegnati ai giornalisti”.
L’ex ministro democristiano ha parlato di “dominio inquirente: sono le procure che ti mettono alla gogna, io ho passato 15 anni nei tribunali per reati inesistenti, questo intimidisce anche il magistrato giudicante, un elemento da riformare ma credo che questo non accadrà. La Seconda Repubblica è la figlia perfetta del dominio inquirente”.
Oltre alla giustizia da riformare, per Cirino Pomicino, c’è il sistema politico: “L’assenza di culture politiche, socialiste, democristiane, liberali, ha determinato la presenza del personalismo politico, ormai i segretari dei partiti sono padri padroni, decidendo la classe dirigente e poi è scomparsa qualunque tipo di democrazia interna, gli elettori si possono scegliere gli amministratori locali ma non deputati e senatori”.
Guardando alla classe politica di oggi, non è piaciuto all’ex ministro democristiano il Conte presidente del Consiglio: “E’ stato chiamato a fare un mestiere non suo, ha parlato troppo in tv e su tutti gli argomenti anche quelli di competenza dei suoi ministri, e poi c’è Grillo che mette in atto una sorta di commedia all’italiana, irride il paese”.
Più clemente il giudizio sull’attuale premier: “Draghi ha lavorato con noi per circa due anni, lo assumemmo noi al ministero dell’Economia, è una persona di grande qualità, ma una cosa è fare una gestione monocratica come da governatore della Banca d’Italia e il presidente dela Bce, una cosa è fare la politica, ma devo dire che si sta muovendo con la compostezza e la riservatezza di un presidente del Consiglio”.
Infine si dice ottimista sulla possibilità di creare un centro democratico: “Noi abbiamo dei nani al centro ma manca Biancaneve che li possa riunire, stiamo cercando qualcuno che possa avere il carisma di Biancaneve, sono convinto che alla fine si arriverà al centro”.
(ITALPRESS).

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