CANNES (FRANCIA) (ITALPRESS) – C’è tutto il bisogno di libertà e l’ombra della complessità dei tempi nella Palma d’Oro che Cannes 78 ha assegnato al grande regista iraniano Jafar Panahi per “Un Simple Accident”. Regista che come pochi ha patito i colpi del regime di Teheran, in prima linea nell’opposizione alle restrizioni della libertà d’espressione, più volte incarcerato, privato del diritto di girare film che ha puntualmente e coraggiosamente disatteso, Jafar Panahi è un regista simbolo del cinema iraniano e il fatto che abbia potuto accompagnare il suo film sulla Croisette ha un valore molto particolare, rimarcato anche dalle parole che ha pronunciato dal palco di Cannes con la Palma d’Oro in mano: “La cosa più importante è la libertà del nostro Paese. Penso sia il momento di chiedere a tutti gli iraniani che sono nel mondo di mettere da parte i problemi e le differenze”.
Con questa Palma d’Oro, la giuria presieduta da Juliette Binoche ha voluto premiare una delle più importanti opere di un Concorso che è stato caratterizzato da un livello mediamente alto e da una forte componente politica e morale. “Un simple accident” è la storia di alcune persone che sequestrano un uomo sospettato di essere il carnefice che li ha imprigionati e torturati anni prima e si confrontano col dilemma sulla sua colpevolezza o innocenza. Un dramma che ha anche momenti di commedia e che descrive perfettamente la condizione di degrado umano e civile nel quale il regime di Teheran sta facendo precipitare la popolazione iraniana.
Di rilievo anche il Grand Prix assegnato al film del norvegese Joachim Trier “Sentimental Value”, dramma familiare in cui una figlia attrice di successo si confronta con il rancore che nutre nei confronti del padre regista di fama. Trier è uno degli autori che il Festival di Cannes sta seguendo da anni e questo riconoscimento conferma il valore del suo cinema, capace di una grande tensione drammatica e di una forte capacità di introspezione.
Un ex aequo è invece il Prix du Jury, che Juliette Binocche e i suoi colleghi hanno ripartito tra due dei film stilisticamente ed espressivamente più rilevanti della competizione: “Sirat” del francese Oliver Laxe e “The Sound of Falling” della giovane regista tedesca Mascha Schilinski. Accolto con grande favore ma anche con non poche critiche, “Sirat” segue un padre (interpretato da Sergi Lopez) e il figlioletto nel loro viaggio attraverso il nord del Marocco in cerca della figlia maggiore, scomparsa nel giro dei rave. “The Sound of Falling” racconta invece con stile quasi astratto gli eventi e i drammi che si sono succeduti in una famiglia che ha abitato una fattoria di generazione in generazione.
Al brasiliano Kleber Mendonça Filho, autore dell’ottimo “O agente secreto”, è andato il Premio per la Migliore Regia: autore tra i più importanti dell’attuale scena brasiliana, Mendonça Filho racconta qui gli anni della dittatura attraverso un thriller politico girato seguendo gli stilemi del cinema degli anni ’70. Questa storia di una fuga di un uomo nel cuore del Brasile per nascondersi ai killer che gli danno la caccia per motivi politici è valsa anche al suo protagonista Wagner Moura il Premio per la Migliore Interpretazione Maschile. Per la Migliore Interpretazione Femminile è invece salita sul palco la giovane attrice esordiente Nadia Melliti per “La petite dèrniere” di Hafsia Herzi, coming of age di una ragazza di famiglia musulmana che negli anni dell’università inizia a vivere la propria omosessualità. Premiato anche con la Queer Palm, il film trova in Nadia Melliti una interprete intensa e sincera, che fa tesoro anche della sua esperienza di atleta (calcio, basket e boxe) e di rapper.
Ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne è stato assegnato il Premio per la Migliore Sceneggiatura per “Jeunes Mères”, ancora una prova di grande sensibilità umana e sociale nel racconto delle vicende di cinque ragazze madri che vivono in un centro di accoglienza di Liegi. Il Premio Speciale è infine andato al film a “Resurrection” di Bi Gan, simbolica cavalcata nella storia del cinema condotta con un approccio stilistico estremamente creativo da uno degli autori più significativi del cinema cinese contemporaneo.
Tutti i premi
La Giuria del 78 Festival di Cannes, presieduta da Juliette Binoche e composta da Halle Berry, Payal Kapadia, Alba Rohrwacher, Leïla Slimani, Dieudo Hamadi, Hong Sangsoo, Carlos Reygadas e Jeremy Strong ha assegnato i seguenti premi:
PALMA D’ORO a “A simple accident” di Jafar Panahi
GRAND PRIX a “Sentimental value” di Joachim Trier
PRIX DU JURY ex aequo a “Sirat” di Olivier Laxe e “The Sound of Falling” di Mascha Schilinski
PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a Kleber Mendonça Filho per “O Agente Secreto”
PREMIO MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE a Nadia Melliti per “La petite dèrniere” di Hafsia Herzi
PREMIO MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE a Wagner Moura per “O agente secreto” di Kleber Mendonça Filho
PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a Jean-Pierre e Luc Dardenne per “Jeunes Mères”
PREMIO SPECIALE a “Resurrection” di Bi Gan
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).