CAMPIONATO EMOZIONANTE CON SPIRITO ALTISSIMO

Bel campionato. Emozionante. Forse calcio un pò moscio, ma spirito altissimo. Ecco dove nasce il divertimento: dall’Inter che continua a fuggire solitaria esibendo alti numeri di varietà come il gol di Dimarco, un sinistro da 50 metri che fulmina l’onesto Frosinone infine vittima (2-0) dell’entusiasmo nerazzurro; e dire che Simone Inzaghi non piaceva agli snobboni di San Siro; dalla Juve furbastra (non più cinica, come vorrebbe la sua storia di Signora Omicidi) che la incalza fingendo di esser lì per caso, secondo il neo filosofo vattimiano del pensiero debole Massimiliano Allegri; dal Napoli che si arrende al fattucchiero Andreazzoli maestro di calcio, ciao Rudi; dal derby romano fascinoso non solo per la bellezza delle coreografie delle curve ma per un episodio che segnalo con spirito deamicisiano ritoccato da Trilussa: l’abbraccio fra Sarri e Mourinho, complici affettuosi dopo le ostilità verbali della vigilia, con il Comandante che sghignazza per quello che lo Specialone gli ha detto all’orecchio. E il poeta romano padrino di Sandro Ciotti avrebbe commentato: “Spesso, più che la stima, è la prudenza che ce consija a fà la riverenza”. Con Re Mou a Roma bisogna viverci. Insisto: mi son piaciuti, quei due: crescono con fatica eppure già si meritano lo scudetto della popolarità. Sì son divisi Roma con l’ironia. Per merito loro il derby non è più una guerra.
Poi le brutture, immancabili da quando è nata la Var rinforzante e disarmante. Ditelo ai leccesi. Loro disarmati, il Milan rinforzato. Adesso lo hanno capito tutti, anche i legalitari affascinati da Tavecchio con quella macchina delle illusioni, ma pochi hanno il coraggio di gridare – come faccio da anni – che lo strumento malmanipolato finirà per ridicolizzare il calcio, l’unica cosa seria di un Paese poco serio.
Sto forse ignorando il fattaccio del giorno? No, son passate lunghe ore e sto ancora aspettando che il Papa Aurelio – esibitosi con smorfie rivelatrici in tribuna – annunci la scomunica di Rudi Garcia, quello che non riuscirà a mettere la Chiesa Azzurra al centro del villaggio, secondo il proverbio francese che rivelò a Roma promettendo – eccone il significato – vittorie che rimettessero le cose al loro posto. Il posto l’ha perduto lui – immagino – e lo dico io che l’ho difeso perchè considero la prematura cacciata di un tecnico l’inizio di una crisi più profonda. Eppure doveva saperlo, Garcia, che Andreazzoli gli avrebbe mollato una fregatura. L’ho raccontato per radio ai napoletani alla vigilia: quand’era a Roma Rudi aveva avuto modo di conoscere – se non di studiare – le mosse del collaboratore tattico che sussurrò anche a Spalletti. Mentre il Napoli cincischiava abbruttendo fin Kvaratskhelia e Raspadori, il “povero” Empoli metteva in scena Difesa e Contropiede – calcio spettacolare – davanti al pubblico del Teatro Maradona, prima avvilito poi furioso. Infine dannato alla sofferenza perpetua se è vero che Garcia sarà sostituito da Igor Tudor. Che mi fa pensare a Gattuso. Forse Papa Aurelio non ha pensato che mò viene Natale e ha già deciso, per castigare tutti, di anticipare la Quaresima. Amen.

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