Borgomeo “Economia sociale opportunità per donne, giovani e comunità”

CARLO BORGOMEO FONDAZIONE CON IL SUD

“Le esperienze di impresa sociale al Sud raccontate in questi mesi – quelle che abbiamo sostenuto direttamente ma anche le tante altre che hanno trovato, con grande fatica, altre forme di sostegno per partire e, soprattutto, per consolidarsi – rappresentano un possibile e non marginale percorso da incoraggiare nella fase di ri-costruzione che, speriamo rapidamente, sarà avviata nei prossimi mesi, quando ci saremo lasciati alle spalle la terribile esperienza del Covid”. Lo afferma Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud.
“Dopo una fase iniziale in cui sembrava che la pandemia riguardasse soprattutto i territori del Nord, oggi, ad un anno di distanza, dobbiamo prendere atto che il Covid è stato un potente moltiplicatore di diseguaglianze, sociali, di genere e territoriali – aggiunge -. Sono aumentati i divari di reddito, i livelli di disoccupazione specialmente femminile e giovanile; migliaia di famiglie il cui reddito era rappresentato da attività sommerse e precarie spazzate via dal virus, sono precipitate in situazioni di povertà”.
“Nella fase di ricostruzione bisognerà guardare con particolare, ed anche nuovo, interesse al sociale. Questo vale molto per quanto riguarda le politiche da adottare in materia di sanità e scuola per le quali sarà indispensabile il ruolo degli Enti del Terzo settore. Ma vale anche per il sistema delle imprese sociali che sempre di più si affermano come un modello capace di innescare processi di sviluppo e determinare nuova occupazione – sottolinea Borgomeo -. Sono esperienze di economia “pulita”, non profit, spesso di economia circolare che partendo da forti motivazioni di carattere sociale, di inclusione e di promozione della cittadinanza attiva, giungono ad una dimensione economica e di sviluppo, che può incidere sul territorio. Esperienze nate attorno alla gestione e valorizzazione di beni confiscati alle mafie, di terreni incolti o abbandonati, di beni culturali inutilizzati, di inclusione di persone svantaggiate, in particolare proprio donne e giovani, migranti, disoccupati, persone detenute o con disabilità”.
“Tra queste esperienze, crescono quelle attorno all’housing sociale. Anche qui si parte da una esigenza sociale, ovvero dal ripristino di un diritto negato, come quello ad avere un tetto sulla testa e una dignità, per giungere alla valorizzazione del capitale umano e quello sociale. Si parte dal garantire un posto letto, una casa da condividere, a persone in difficoltà per giungere a ridare loro una ritrovata fiducia personale e nella società, ad avere un reddito e, dunque, un’autonomia, attraverso forme di auto imprenditorialità o di impresa sociale – evidenzia il presidente della Fondazione Con il Sud -. Queste esperienze d’impresa, seppur piccole e così diverse tra loro, hanno in comune una “visione” della società e grandi dosi di coraggio e resistenza che, in momenti di difficoltà come questi, si trasformano in virtuose forme di resilienza. Sono esperienze che “tengono” meglio alla morsa della crisi e soprattutto lo fanno con una chiara prospettiva di “sostenibilità sociale”, ma paradossalmente sono quelle più penalizzate, marginalizzate e che rischiano di restare escluse o non opportunamente valorizzate dai fondi del Next Generation EU”.
“Al contrario, dovremmo investire su queste forme di economia territoriale e più in generale sui modelli di sviluppo, culturale, civile, sociale, sperimentati e portati avanti dal Terzo settore, chiedendo dei puntuali “emendamenti” al piano per la ripresa. Non mancano, inoltre, le buone prassi di contaminazione e di co-progettazione tra pubblico e privato sociale – su tutte quella per l’attuazione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – che possono aiutare a disegnare, operativamente, una gestione davvero “pubblica” – non per forza statale, attenta alle dimensioni comunitarie – dei processi di sviluppo dei territori – conclude Borgomeo -. Ancora una volta bisognerà convincersi che promuovere il Terzo settore non è espressione di benevola considerazione verso esperienze meritorie, ma la volontà di fare sviluppo in un mondo in cui la sostenibilità sociale ed ambientale non è un optional, ma una scelta obbligata”.
(ITALPRESS).

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