Berrettini “Spero che si possa riprendere a giocare”

Roma 14/05/2019 - Internazionali BNL d'Italia / foto Antonietta Baldassarre/Insidefoto/Image Sport nella foto: Matteo Berrettini

Matteo Berrettini, numero 8 del mondo della classifica ATP sta vivendo la quarantena per il Coronavirus a Boca Raton, in Florida, a casa di Ajla Tomljanovic, la tennista croata, naturalizzata australiana. “Anche qui la situazione è un pochino migliore. Non c’è stato un Lockdown così restrittivo come in Italia, ma abbiamo comunque seguito delle regole abbastanza ferree” dice il tennista romano nell’intervista a Extratime, su Radio 1 Rai. “Siamo riusciti ad allenarci perché abbiamo una casa che ci consente di fare esercizio fisico e abbiamo avuto la possibilità di andare a giocare a tennis in una casa privata. Pochi giorni fa ho preso una storta alla caviglia, ma è una cosa leggera. E quindi sto continuando a lavorare senza giocare per recuperare da questo leggero infortunio” rivela Berrettini che sulla possibilità di tornare a giocare se questa sarà la decisione presa tra qualche giorno dall’ATP dice: “Le indicazioni sanitarie dovranno darle gli esperti. Credo sia molto difficile permettere ad una nazione di ospitare un evento con 400-500 atleti che arrivano da 80 paesi diversi, ma spero tanto di sbagliarmi e spero che in un futuro prossimo si possa giocare e si possano riprendere le attività perché il mondo ne ha bisogno” afferma Berrettini.

“Le uniche condizioni che vedo possibili sono giocare a porte chiuse, evitare tutti i contatti non necessari a partire dalla stretta di mano fra gli atleti e con l’arbitro e gli asciugamani che non devono essere toccati dai raccattapalle. Un tennis diverso da quello al quale siamo abituati, ma senza stravolgere le basi: giocare con un guanto di lattice, ad esempio, non può essere la stessa cosa perché si perde completamente la sensibilità sulla racchetta e credo non si possa fare”. Quindi sulla sua crescita cone giocatore, aggiunge: “Mi sento completo su tutte le superfici, ma i questo momento se dovessi giocare la partita della vita la giocherei sul cemento all’aperto. Perché è una superficie veloce che esalta le mie armi, servizio e dritto, ma non è così veloce come l’erba dove puoi cambiare un pochino meno la traiettoria e il gioco è più piatto e con meno variazioni. Sull’erba si può usare lo Slice ma meno il Top Spin mentre sul cemento la palla rimbalza molto e mi piace avere questo tempo in più che mi permette di sfruttare bene il mio gioco”.
(ITALPRESS).

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