AVVISO VISCO, ATTENZIONE AL DEBITO

    An Milano 07/11/2014 - convegno 'Contrasto all'economia criminale: precondizioni per la crescita economica' / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Ignazio Visco

    In un momento di scarse certezze, con un Paese senza Governo e non si sa ancora per quanto, ci dobbiamo attaccare a pochi punti saldi. E sono rappresentati dai nostri uomini migliori e dalle nostre istituzioni che reggono senza barcollare anche di fronte al marasma della politica. Ancora per poco, purtroppo,  sappiamo che da Francoforte abbiamo un Presidente della Bce che pur senza essere di parte ha assicurato ai paesi più deboli un forte sostegno grazie ad una accorta politica monetaria. E che questo uomo, Mario Draghi, arriva da una istituzione come la Banca d’Italia che pur dovendo sopportare critiche pesanti, da rivolgere però soprattutto alle banche vigilate e alla sfavorevole congiuntura recessiva, rappresenta sempre un indispensabile punto di riferimento, soprattutto in queste fasi difficili. Dalla tribuna primaverile del Fondo monetario internazionale arrivano in questo senso indicazioni interessanti. Dice il ministro Piercarlo Padoan che si riscontra apprezzamento per il Paese, in fase di espansione solida e con un rapporto debito pil in alleggerimento. Si plaude al recupero dell’occupazione, al miglioramento dei conti pubblici, alla tenuta delle banche grazie al progressivo smaltimento delle sofferenze (processo questo pagato a carissimo prezzo, aggiungiamo noi). E lo stesso ministro dell’economia aggiunge che si esiste curiosità per la fase politica italiana. E allora sempre da Washington e’ il Governatore della  Banca d’Italia a riportarci con i piedi per terra, auspicando con sano realismo che gli apprendisti governanti pensino ai problemi reali del Paese. Si parla di tutto in queste settimane, ma non di debito e neppure di crescita economica.
    Si parla molto, sottolinea Ignazio Visco, di equa distribuzione del reddito, ma nulla si dice dei veri vincoli che abbiamo nei confronti di noi stessi e dell’Europa. Occorre allora tener in gran conto il grave problema del debito pubblico in tutte le analisi che si svolgono e nei programmi che si vogliono delineare. Finora questa fase di incertezza non ci ha penalizzato. I mercati non hanno enfatizzato in termini di spread questa fase post elettorale. Ma il prossimo Governo, qualunque esso sia, dice Visco, deve prendere atto di questa situazione con grande senso di responsabilità. Per metter in piedi una politica economica che sia degna di uno dei Paesi del G 7 (prescindendo dalla sterile querelle sul sorpasso della Spagna). Una crescita migliore fortifica i nostri conti pubblici, si recupera terreno rispetto ai pesanti danni subiti con la doppia recessione. E si aiutano anche i cittadini che, feriti dalla crisi economica, hanno perso fiducia dei confronti dei governi e delle istituzioni europee, dando fuoco a populismi anti UE, praticamente inutili visto che di questa  siamo parte integrante. Fare presto e bene è indispensabile, è necessario.
    Francia e Germania, non si sa ancora su quali basi, vogliono stringere a giugno sulla riforma economica dell’eurozona, un tema sul quale si registra con evidenza una spaccatura Nord Sud. Sul tavolo anche il completamento dell’Unione bancaria e il delicato dossier della ridefinizione del bilancio comunitario, a cui vengono a mandare i 95 miliardi di euro della Gran Bretagna. Non ovviare all’attuale ritardo con una formazione rapida del nuovo esecutivo, di fronte alla complessità dei temi da affrontare, sarebbe un suicidio.

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