“Artigiano in fiera”, in mostra le eccellenze agroalimentari siciliane

MILANO (ITALPRESS) – Sono in gran parte siciliane le aziende agroalimentari, rigorosamente a conduzione familiare, che dal 29 maggio al 2 giugno hanno partecipato alla prima edizione di “Artigiano in Fiera – Anteprima d’estate”, manifestazione ospitata a Rho, Milano.

Tra i 46 stand installati nel padiglione 15 del complesso fieristico che nel 2015 ospitò l’Expo, il primo bancone che salta agli occhi dei visitatori al momento dell’ingresso è dedicato a una certezza della cucina siciliana: lo street food. Nel profumo generale di arancine che friggono e panelle in bella mostra su grandi vassoi, gli avventori non possono non fermarsi anche solo a dare un’occhiata.

È un tripudio di colori, sapori e aromi: dal dolce di cannoli e cassate fino al salato, che culmina con il caratteristico e palermitano pani ca’ mèusa farcito con milza di vitello. In un attimo il visitatore non è più a Milano, ma nel cuore della Sicilia. Lo street food siciliano è cresciuto nel tempo e ha trovato larghe fette di mercato, imponendosi anche lontano dai confini regionali.

“C’è molta richiesta – spiega Alfonso Crapanzano che da 25 anni partecipa alle edizioni dicembrine di “Artigiano in Fiera” e che a Comitini, vicino ad Agrigento, gestisce la propria azienda, “Dolci e Salati -. La domanda nasce dal fatto che si sentiva l’esigenza di questo percorso culinario in tutta Italia e infatti sta andando bene”.

“Quello affrontato in questi giorni è stato un test importante e positivo, sia per noi sia per chi ha organizzato tutto. È stata una scommessa vincente. Per quanto riguarda la produzione che portiamo in fiera, tutto quello che esponiamo viene dal nostro forno. Siamo nati innanzitutto con il dolce: cassate e cannoli sono stati la nostra base di partenza. D’altra parte, riteniamo che la ricotta sia un prodotto principe. Sottolineo che anche lei deve essere siciliana: se lo è, vinciamo con tutti”, sorride.

La pasticceria si lega in maniera indissolubile ai sapori e ai profumi della frutta. L’Arancia rossa di Sicilia, marcata Igp, si ritrova nella produzione di dolci caldi e freddi, oltre che nelle marmellate. Accanto a lei, impossibile non citare anche i mandarini e i limoni di Siracusa, a loro volta certificati a livello europeo. L’altissima qualità delle materie prime è l’ingrediente fondamentale che cercano i produttori di confetture, come afferma Salvatore La Rosa di “Le tre castagne dell’Etna”. Fondata nel 2018, l’azienda – che ha sede in provincia di Catania – si è specializzata in marmellate e creme. “Lavoriamo la frutta, produciamo confetture con prodotti tutti siciliani di prima scelta. Oltre ad arance e limoni, usiamo anche fichi d’india e gelso nero, che viene pulito e messo a bollire. Una volta raggiunta la giusta temperatura, si aggiunge lo zucchero, ma in pochissime quantità”.

La Sicilia non è rinomata solo per la frutta fresca. A spiccare è anche quella secca, grazie al ruolo sempre più importante che il pistacchio sta acquistando sul mercato italiano ed estero. Questa gemma verde, che negli ultimi anni ha iniziato a spopolare conquistando adulti e bambini, è associata a una città in particolare: Bronte. Proprio da qui arriva uno degli espositori più visitato del padiglione, quello di Caraci Sicily Food. Marchio di fabbrica? Ovviamente il pistacchio Dop che cresce alle pendici dell’Etna.

“Si tratta di un prodotto straordinariamente buono in tutte le sue forme”, dice con orgoglio Carmelo Caraci, titolare dell’azienda. “Per noi è quindi un onore portare in fiera il frutto prelibato della terra vulcanica. Il pistacchio è molto versatile: ci permette di realizzare una grande varietà di dolci, come la crema, il croccante e le torte, ma non manca nemmeno il salato. Proponiamo un pesto in binomi diversi: pistacchio con tartufo, con tonno, con funghi porcini… Insomma, lo utilizziamo in tutte le sue forme. L’essenza pura è invece destinata alla pasticceria e alla gelateria”.

Del pistacchio si avvalgono anche altri settori. Il comparto cioccolatiero, per esempio, lo sposa dando origine a barrette irresistibili. Se poi il cioccolato di cui si parla è quello di Modica, la combinazione diventa esplosiva. Alla fiera lombarda la ressa davanti all’unico stand dedicato al cioccolato non manca mai. C’è la corsa all’assaggio e i gusti più gettonati finiscono in un baleno, nell’incredula soddisfazione dei gestori.

“Il riscontro dei visitatori è ottimo sia alla degustazione sia all’acquisto”, sintetizza Daniele Giurdanella, amministratore di Nacré. Nata a Frigintini, a dieci chilometri di distanza da Modica, l’azienda produce cioccolato certificato Igp attenendosi alla tradizione. “La lavorazione del cioccolato avviene a freddo”, spiega Giurdanella. “Lo zucchero che non si scioglie nel cacao ha reso unico questo tipo di cioccolato ed è la caratteristica che ci ha permesso di ottenere il riconoscimento europeo. Inoltre, è un prodotto esclusivo per il contenuto di ingredienti. Ne utilizziamo fino a un massimo di tre e i due principali sono sempre la pasta di cacao selezionata e lo zucchero”.

Il terzo elemento che contribuisce a variare il gusto delle barrette arriva sempre dalla Sicilia. Che si tratti del pistacchio di Bronte o degli agrumi, difficilmente il cliente non sarà soddisfatto. La dimostrazione di questo arriva dal riscontro stesso ottenuto dall’azienda durante la fiera: “Il gusto più amato è quello al sale, particolare perché esalta il sapore del cacao. Vanno benissimo le versioni extra fondenti e i classici al peperoncino, all’arancia e al pistacchio”, elenca Giurdanella. Anche la mandorla è un ingrediente che si inserisce perfettamente nella produzione di cioccolato e dolci. Quella di Avola, riconosciuta Dop a livello internazionale, trova spazio nell’aromatizzazione di creme e vini, ma viene esaltata soprattutto in un’altra lavorazione tipicamente siciliana: la pasta di mandorla.

“La prepariamo solo con zucchero e materia prima di Avola, che è la più buona”, dice Fausto Triscari, che a Naso, in provincia di Messina, conduce l’azienda di famiglia fondata circa quarant’anni fa, “Antichi Sapori di Sicilia”. “Lavoriamo in maniera artigianale, senza conservanti. Fa parte della nostra produzione anche la frutta martorana, che a differenza della normale pasta di mandorla presenta quantità maggiori di zucchero: in questo modo l’impasto si indurisce di più e ci permette di realizzare le tipiche forme di arancia, limone, fragola e così via”.

La panoramica dell’agroalimentare siciliano restituisce dunque una regione che non solo dà lustro al Made in Italy nel mondo, ma mostra una gamma sterminata di materie prime e prodotti di eccellente qualità. La vetrina della primissima edizione di “Artigiano in Fiera – Anteprima d’estate” rappresenta perciò un’ottima occasione per gli imprenditori dell’isola.

“Siamo presenti a Milano perché si tratta di un grande palcoscenico. Puntiamo su questa città per farci conoscere da piccole aziende rivenditrici”, dice Salvatore La Rosa, mentre sistema alcuni barattoli di confetture. A qualche stand di distanza gli fa eco Carmelo Caraci, che si distrae solo per un paio di minuti dai propri clienti assetati di pistacchio: “Essere qui è un privilegio, perché abbracciamo la Lombardia e le altre regioni del nord. Questa estiva è stata una grande iniziativa soprattutto per tenerci vicino ai clienti, che fino ad oggi ci hanno visto solo una volta all’anno, nell’edizione invernale di dicembre. Questa volta abbiamo due appuntamenti e siamo contentissimi così”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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