Al Politeama l’omaggio della Foss alla musica caucasica

PALERMO (ITALPRESS) – Penultimo appuntamento della 65esima Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica Siciliana al Politeama Garibaldi di Palermo, venerdì 30 maggio, alle ore 21, prova aperta alle ore 10, e sabato 31 maggio, alle ore 17.30; con la proposta di un programma inusuale di grande fascino, dedicato a pagine rare di compositori armeni attivi durante il periodo sovietico. Sul podio uno specialista come Karen Durgaryan, direttore armeno di grande prestigio insieme a un solista di duduk – strumento a fiato della tradizione caucasica – Artak Asatryan.

Il programma di apre con Ouverture Festiva di Aleksandr Grigor’evic Arutiunian (Yerevan 1920 – 2012), seguita dalla Suite concertante per duduk e orchestra di Grigor Arakelian (Yerevan 1963) e poi dalla Sinfonia n. 2 in mi minore “La campana” di Aram Il’ic Chacaturjan (Tiblisi 1903 – Mosca 1978), compositore forse più noto anche in Europa, nato in Georgia ma di famiglia armena.

L’Ouverture Festiva (1949) di Arutiunian è un esempio paradigmatico dello stile musicale celebrativo sovietico, ricco di colori e ritmi ispirati al folclore armeno. Composta poco dopo il conferimento del Premio Stalin, l’Ouverture fu eseguita a Leningrado da Mravinskij, imponendosi subito per brillantezza e senso teatrale.

Con un’introduzione solenne seguita da episodi lirici e danzanti, la partitura si distingue per l’orchestrazione sontuosa e l’intensità espressiva. Segue la Suite concertante per duduk e orchestra (2024) di Grigor Arakelian, compositore profondamente legato alla tradizione armena. Formatosi a Yerevan e noto per l’opera di riscoperta della musica medievale, Arakelian celebra in questa nuova composizione, in prima esecuzione a Palermo, il duduk, strumento a fiato simbolo dell’identità armena, qui suonato dal celebre virtuoso Artak Asatryan. L’opera si articola in quattro movimenti.

L’iniziale Hymn to the Sun, con un tema etereo affidato al duduk su disegno continuo degli archi, evoca una preghiera solare e antica. Dance è giocata su un tema brillante e ritmico, ricco di vitalità e contrasti. Open the Door, Lord si muove in un’atmosfera di struggente lirismo, mentre Fête conclude la Suite in un’esplosione di virtuosismo e forza corale, esaltando il dialogo tra orchestra e solista in un clima festoso e rituale.

Chiude il programma la Sinfonia n. 2 in mi minore “La campana” di Chacaturjan, composta nel 1943 durante la Seconda guerra mondiale. Definita dal compositore un “requiem di protesta”, la Sinfonia venne pensata come voce collettiva del dolore e della resistenza del popolo sovietico. Strutturata in quattro movimenti, l’opera si apre con l’Andante maestoso segnato dal rintocco di una campana, motivo simbolico che ritorna nel Finale.

L’Allegro risoluto, ricco di energia, introduce un senso di urgenza bellica; l’Andante sostenuto, centrale per intensità emotiva, richiama le sofferenze indicibili della guerra, come ammesso dallo stesso autore. Il movimento conclusivo unisce fanfare trionfali e slanci eroici in una visione di rinascita e speranza. L’intera partitura rivela la capacità di Chacaturjan di fondere strutture sinfoniche europee con la forza evocativa della tradizione caucasica.

– Foto Ufficio stampa Foss –

(ITALPRESS)

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