WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il ristorante Cafe Milano ha ospitato l’evento “Inside Italian Wine’s Next Move in America”. Una tavola rotonda che ha unito le voci più importanti per quanto riguarda il commercio del vino negli Stati Uniti, diventando anche una buona occasione per rivenditori, importatori e distributori di condividere le loro esperienze e parlare apertamente delle attuali condizioni di mercato. Presenti all’evento il presidente di Veronafiere Federico Bucolo, il direttore generale di Veronafiere Adolfo Rebughini e il presidente di Italian Trade Agency Matteo Zoppas, che insieme ad altri importanti esperti del settore hanno parlato delle attuali condizioni di mercato, con l’obiettivo di promuovere un dialogo sulle attuali condizioni di mercato in cui l’ombra dei dazi rende necessaria una ulteriore valorizzazione del marchio Made in Italy nel mondo e della partnership tra Italia e Stati Uniti.
L’evento, organizzato da Veronafiere, ha rappresentato un’ulteriore occasione di pubblicizzare il Vinitaly Usa che si terrà a Chicago il 5 e il 6 ottobre 2025. Per l’occasione Matteo Zoppas ha inoltre posto l’accento sull’ultima edizione del Vinitaly di Verona dal 6 al 9 aprile, che ha rappresentato una ulteriore opportunità di confronto: “Le interlocuzioni che ci sono state durante il Vinitaly, avvenute il giorno dopo l’annuncio dell’imposizione delle tariffe messe poi in pausa, hanno rafforzato ulteriormente la volontà di rappresentare il più possibile la volontà di rispettare il prezzo finale sul mercato, anche se è una questione non facile da ottenere – ha affermato Zoppas -. Ma alla fine del Vinitaly è stata manifestata la volontà di spartirsi il dazio per trovare un punto di incontro tra la produzione e la distribuzione. Ci auguriamo che alla fine di questi 90 giorni di pausa che sono stati dati, le interazioni, le conversazioni, i dialoghi e le negoziazioni tra Europa e America possano farci arrivare ad una situazione di dazio minimo se non nullo”.
Dello stesso parere anche il presidente di Veronafiere Federico Bricolo, che ha sottolineato come il successo dell’ultima edizione del Vinitaly debba essere un punto di partenza per gli accordi commerciali futuri: “Il Vinitaly che si è appena concluso è andato molto bene e questo dimostra che il vino italiano è attrattivo, sta bene ed è ricercato come eccellenza del made in Italy nel mondo e questo è già importante – ha affermato Bricolo -. Nonostante i problemi legati alle relazioni internazionali e alla minaccia dei dazi, a Verona abbiamo avuto il 5% in più di buyer provenienti dagli Stati Uniti d’America rispetto all’anno scorso. Oggi invece presentiamo il Vinitaly Chicago per rilanciare con forza la presenza del vino italiano negli Stati Uniti d’America. Le imprese italiane hanno ben chiara l’importanza di questo mercato e c’è voglia di far vedere l’eccellenza di questi prodotti in questo Paese e il Vinitaly Chicago sta accogliendo tante richieste di adesione e questo vuol dire che c’è proprio voglia di impegnarsi”.
Anche il direttore generale di Veronafiere Adolfo Rebughini ha parlato dei possibili dazi e di come l’industria del vino si sta muovendo per continuare ad esportare i vini italiani negli Stati Uniti: “Sicuramente è una situazione da affrontare, ma dobbiamo anche essere consapevoli che in ogni bicchiere di vino ci sono tantissime sfide e alcune di queste proseguono da tanti secoli – ha affermato Rebughini -. L’industria del vino è estremamente resiliente e sono certo che uscirà da questa situazione di incertezza e di crisi in maniera ancora più forte. Si tratta di una incertezza dovuta al non avere una direzione certa sull’effettivo impatto dei dazi. Probabilmente avremo una situazione più certa nei prossimi mesi, quando capiremo effettivamente l’effetto dei dazi sull’economia reale. Abbiamo creato una piattaforma globale che nasce a Verona e prosegue a Chicago con lo stesso marchio per avere la missione di promuovere il vino italiano nel mercato domestico e nel mondo. Il mercato americano è strategico e fondamentale e ascoltando tutti i produttori c’è una grande voglia di voler proseguire nell’investimento e nel sostegno in questo momento di incertezza”.
Allo stato attuale gli Stati Uniti rappresentano il 24% delle esportazioni totali di vino italiano all’estero e in occasione di questo incontro i produttori hanno ribadito l’importanza di continuare con l’esportazione e la valorizzazione dei prodotti italiani proprio perché sono gli stessi americani i primi a ricercare specificatamente il vino italiano. Nonostante i produttori italiani si stiano espandendo da anni anche in Canada, Messico e Brasile, gli Stati Uniti rimangono ancora al centro della strategia a lungo termine di investimenti all’estero.
– foto xp6/Italpress –
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