UDINE (ITALPRESS) – “Il vero obiettivo che l’Europa deve darsi è il rilancio dell’economia, perché è l’economia a generare Pil, lavoro e sviluppo sociale. Solo così le nostre imprese potranno competere ad armi pari con quelle di Stati Uniti e Paesi emergenti”. Con queste parole l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, è intervenuto oggi a Udine al programma di alta formazione per amministratori dal titolo “Tecnologie, territori, talenti: La nuova politica industriale per il rilancio della manifattura europea del post 2027” organizzato da Informest in collaborazione con la Fondazione Collegio Europeo di Parma e la Regione. L’esponente dell’esecutivo Fedriga, nel suo intervento, ha sottolineato come il sistema produttivo europeo soffra di un eccesso di vincoli regolatori e di costi energetici elevati che mettono le aziende in svantaggio competitivo. “Quando un imprenditore gioca sullo scacchiere globale con regole diverse rispetto ai concorrenti internazionali, il risultato è inevitabilmente la perdita di competitività. Non possiamo più permettercelo” ha detto.
Sul fronte regionale, l’assessore ha ricordato lo sforzo straordinario compiuto dal Friuli Venezia Giulia: “In sette anni e mezzo, il bilancio per le Attività produttive è passato da 86 a 580 milioni di euro, con risorse impiegate in modo efficace grazie alla collaborazione tra istituzioni, associazioni di categoria, sindacati ed enti formativi“. Bini ha inoltre richiamato il valore dell’Agenda FVG Manifattura 2030, costruita con il supporto di Confindustria, il Forum Ambrosetti e le categorie economiche, per accompagnare le imprese regionali nella crescita dimensionale, nella digitalizzazione e nella transizione ecologica. “Le microimprese, che rappresentano oltre il 96% del tessuto produttivo, devono rafforzarsi patrimonialmente per restare sul mercato. Il piccolo bello oggi non basta più”, ha osservato Bini. Sul piano internazionale, l’assessore ha ricordato i risultati dell’export regionale, cresciuto del 6,6% nel primo semestre 2025, ma ha evidenziato anche le difficoltà di alcuni comparti, come il legno-arredo. “Siamo convinti che il mercato americano resterà centrale per la nostra economia, ma dobbiamo aprirci a nuovi scenari ad alta crescita. Per questo stiamo lavorando a strumenti stabili di supporto all’internazionalizzazione, capaci di affiancare le imprese non solo con missioni occasionali, ma con presenze permanenti nei Paesi target”.
Guardando all’Unione Europea, Bini ha concluso ricordando come “il Green Deal abbia imposto vincoli rigidi che rischiano di frenare interi settori. Con il nuovo Patto per un’industria pulita si è compiuto un primo passo nella giusta direzione, ma ora serve coerenza: la decarbonizzazione deve andare di pari passo con la competitività industriale”.
– foto d’archivio ufficio stampa Friuli-Venezia Giulia –
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