ROMA (ITALPRESS) – Il gruppo terroristico al potere a Gaza, Hamas, avrebbe tutta la giornata di oggi per restituire i corpi dei 24 ostaggi che avrebbe dovuto consegnare ieri, come previsto dall’accordo raggiunto a Sharm el-Sheikh la settimana scorsa. Sarebbe questo il termine concesso dal governo di Israele, che ieri ha già accusato il gruppo terroristico di non aver rispettato gli impegni presi nell’ambito del cessate il fuoco non rilasciandoli tutti, come riportano i media israeliani. I mediatori hanno affermato che il gruppo terroristico avrà difficoltà a localizzare tutti i corpi.
Secondo l’emittente pubblica Kan, Israele ritiene che Hamas ne abbia già alcuni in suo possesso, ma non li abbia consegnati. Un diplomatico arabo di un Paese mediatore – Egitto e Qatar – ha dichiarato al quotidiano Haaretz che i mediatori stanno lavorando sulla questione e non credono che l’accordo di Gaza sia in pericolo. Ieri, Hamas ha consegnato le bare contenenti i corpi di quattro ostaggi uccisi a Gaza che si trovano presso l’istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv, dove saranno identificate. In passato Hamas ha consegnato corpi di persone che non erano gli ostaggi.
L’apparato di sicurezza israeliano avrebbe raccomandato ai vertici politici di interrompere il trasferimento “dell’intero ammontare” di aiuti a Gaza e di non aprire il valico di frontiera di Rafah, con l’Egitto, finché Hamas non avrà consegnato i corpi di 24 ostaggi morti. Lo riporta l’emittente pubblica Kan.
MEDIA “SQUADRE DALL’EGITTO A GAZA PER AIUTARE A RECUPERARE OSTAGGI”
Il canale televisivo qatariota Al-Arabi ha riferito che “squadre egiziane stanno operando all’interno della Striscia di Gaza per aiutare a individuare la posizione degli ostaggi deceduti e a recuperarli”. Secondo la tv, “una squadra tecnica israeliana si sta consultando con i funzionari egiziani per risolvere la crisi relativa agli ostaggi deceduti”. Dopo il rilascio di 20 ostaggi vivi, Hamas avrebbe dovuto consegnare i corpi di 28 ostaggi, ma ne ha restituiti soltanto quattro. All’origine della mancata consegna di 24 salme vi sarebbe la difficoltà a trovarli a causa dei bombardamenti dei mesi scorsi. Israele ha avvertito che considera la mancata consegna di tutti gli ostaggi una violazione dell’accordo raggiunto a Sharm el-Sheikh.
ISRAELE “CONSAPEVOLI DELLA DIFFICOLTA’ DI HAMAS NEL TROVARE I CORPI”
Una fonte politica israeliana ha affermato che la mancata restituzione dei resti dei 24 ostaggi da parte di Hamas “potrebbe far deragliare l’accordo”, pur esprimendo cautela. Lo riportano i media israeliani. La fonte ha sottolineato che non è stata ancora presa alcuna decisione in merito al fatto che la mancata consegna di tutti gli ostaggi deceduti costituisca una violazione, perché Hamas aveva dichiarato in anticipo che avrebbe avuto difficoltà a restituirli tutti. “Vogliamo valutare la questione e vedere a che punto è la situazione”, ha spiegato la fonte. “Sappiamo che il rilascio dei resti richiederà un po’ più di tempo e speriamo che funzioni”. Dopo la consegna di quattro corpi soltanto da parte di Hamas, fonti israeliane hanno avvertito Hamas che la mancata consegna di tutti i cadaveri rappresenta una violazione dell’accordo raggiunto a Sharm el-Sheikh. La nuova indiscrezione lascia trapelare un cauto ottimismo verso il mantenimento della tregua.
LE RIVELAZIONI DEGLI OSTAGGI “HAMAS CI USAVA COME SCUDI UMANI”
Dopo poco più di 24 ore dal rilascio dei 20 ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 da Hamas, emergono nuovi dettagli sulle condizioni in cui hanno vissuto in questi due anni. La tv Channel 12 scrive che uno degli ostaggi, Ariel Kunio era trattenuto da solo, mentre suo fratello David era tenuto in ostaggi con Nimrod Cohen ed Eitan Horn e ha attraversato diversi tunnel. Un altro ostaggio, Alon Ohel, ha raccontato alla sua famiglia che quando l’esercito è entrato a Gaza City, i miliziani di Hamas lo hanno trasferito nelle zone di combattimento per usarlo come scudo umano. La famiglia di Alon Ohel ha dichiarato che per la maggior parte del tempo è stato tenuto nello stesso tunnel, incatenato e sofferente. Secondo loro, circa 40 giorni fa è stato trasferito in un altro tunnel al centro della Striscia. “Abbiamo viaggiato per ore prima di arrivare”, ha ricordato. Ha affermato che il suo trasferimento ha coinciso con l’annuncio dell’ingresso dell’esercito a Gaza City e che i terroristi lo hanno usato come scudo umano.
Hanno anche sottolineato che per tutto il periodo è stato sottoposto a un continuo terrore psicologico. Il padre di Eviatar David – il giovane mostrato mentre scavava una fossa dentro a un tunnel – ha raccontato che suo figlio è stato colpito dal terrore psicologico inflittogli: “Si è fatto un’idea sbagliata di ciò che stava accadendo nel Paese, hanno cercato di reprimerlo”. Un altro ostaggio non è stato mostrato ai media durante la sua prigionia e racconta di aver trascorso un periodo di tempo con Yarden Bibas, il papà dei fratellini con i capelli rossi trucidati insieme alla madre da Hamas.
MEDIA “9 PALESTINESI UCCISI OGGI A GAZA DA ISRAELE”
Fonti sanitarie palestinesi hanno annunciato che nove palestinesi sono stati uccisi tra mezzanotte e le 12:30 di oggi nella Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui sette persone sono state uccise oggi e altre due sono decedute a causa delle ferite riportate in attacchi aerei israeliani. Le squadre di soccorso e gli equipaggi hanno recuperato più di 250 corpi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, alcuni dei quali si trovavano per strada. Con l’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, si sono intensificati gli scontri armati tra clan locali e Hamas. Gli operatori sanitari stanno affrontando una grave carenza di attrezzature pesanti necessarie per rimuovere le macerie, mentre oltre 10.000 persone rimangono sotto le macerie.
Il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha annunciato la disponibilità delle sue équipe mediche, tramite il Comitato di gestione dei corpi dei martiri, a ricevere i corpi che dovrebbero essere rilasciati dalle autorità israeliane.
DA IDF CONFERMA SPARI CONTRO CHI HA VARCATO LINEA GIALLA NEL NORD
Oggi sono stati identificati diversi sospetti che hanno attraversato la linea gialla e si sono avvicinati alle forze di difesa israeliane (Idf) operanti nella Striscia di Gaza settentrionale, il che costituisce una violazione dell’accordo. Lo scrivono su X le Idf che confermano le notizie diffuse precedentemente dai media relative a tre morti a Gaza. “Sono stati fatti tentativi di respingere i sospettati. I sospettati non hanno risposto e hanno continuato ad avvicinarsi alle forze, che hanno aperto il fuoco per eliminare la minaccia. Le segnalazioni di terroristi che si sono infiltrati nella recinzione sono errate. L’esercito invita i residenti di Gaza a obbedire alle istruzioni delle Idf e a non avvicinarsi alle forze schierate nell’area”. La linea gialla segna il confine entro cui si sono ritirate le Idf sulla base dell’accordo di Sharm el-Sheikh che ha portato alla tregua e alla liberazione degli ostaggi e al rilascio di detenuti palestinesi. Per il gruppo terroristico al potere a Gaza, Hamas, si tratta di una violazione dell’accordo.
“ALMENO 32 MORTI IN SCONTRI FRA HAMAS E CLAN LOCALI A GAZA
Almeno 32 membri di clan locali nella Striscia di Gaza sarebbero stati uccisi dai miliziani di Hamas nella Striscia di Gaza dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Lo riporta la tv saudita Al-Arabiya. Da ieri sera circola in rete un video che mostra uomini a volto coperto che indossano fasce verdi sulla testa, come quelle di Hamas, che sparano a sangue freddo a sette persone, uccidendole. Al momento non è possibile verificare l’autenticità del video.
Le immagini sono state rilanciate dal ministero degli Esteri israeliano su X. “Il cessate il fuoco è in vigore da meno di 100 ore. Hamas sta uccidendo i palestinesi. Il gruppo terroristico governa attraverso la paura: giustiziando civili, torturando i dissidenti, sparando a chi osa protestare. I palestinesi che cercano cibo o libertà vengono accolti con proiettili, non con compassione. Non è resistenza, è tirannia. Hamas deve andarsene”. Nei giorni scorsi, i miliziani di Hamas si sono scontrati con i membri della famiglia Daghmash, che proviene dai quartieri Al-Sabra e Tel al-Hawa, a sud di Gaza City.
Fonti di Hamas hanno detto al quotidiano Al-Sharq Al-Awsat che almeno 20 membri della famiglia Daghmash sono stati uccisi. Gli scontri di questi ultimi giorni riportano alla luce il tema del disarmo di Hamas e della smilitarizzazione di Gaza, dopo il ritiro dell’esercito israeliano. In dichiarazioni ad Al-Arabiya, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha detto che “gli accordi per il giorno dopo a Gaza devono essere raggiunti attraverso un consenso nazionale, garantendo la partecipazione di tutte le forze palestinese per plasmare il futuro di Gaza”. Riguardo al disarmo del movimento armato, Qassem ha dichiarato che è un tema complesso, ma può essere risolto nel quadro di un consenso nazionale.
ABBAS “VOGLIAMO LAVORARE PER RICOSTRUIRE GAZA”
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha affermato che il vertice di pace, co-presieduto da Stati Uniti ed Egitto, rappresenta un passo importante per far progredire la causa palestinese. In un’intervista all’agenzia russa Sputnik, Abbas ha dichiarato: “Vogliamo completare questo processo con due questioni importanti: la prima è lavorare per la ricostruzione di Gaza, che è importante e richiede sforzi internazionali e arabi. La seconda è la pace, ovvero costruire la pace in seguito attraverso una conferenza internazionale organizzata a questo scopo”.
– Foto IPA Agency –
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