
ROMA (ITALPRESS) – La Striscia di Gaza è una “miniera d’oro immobiliare, che “si autofinanzia”. Queste le dichiarazioni del ministro dell’estrema destra israeliana e titolare del dicastero delle Finanze, Bezalel Smotrich, aggiungendo che “ha già avviato i negoziati con gli americani”.
Durante una conferenza dedicata al settore immobiliare a Tel Aviv, Smotrich ha affermato: “Abbiamo investito molti soldi in questa guerra. Dobbiamo vedere come distribuiremo il territorio in percentuale”. “La demolizione, la prima fase del rinnovamento della città, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo solo costruire”, ha proseguito. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha più volte espresso il suo desiderio di trasformare la Striscia di Gaza in una “riviera” controllata dagli americani, una mossa che incoraggerebbe gran parte della popolazione palestinese ad andarsene dopo la guerra. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele non ha intenzione di rioccupare la Striscia, ma alcuni membri di estrema destra del suo governo, tra cui Smotrich, stanno attivamente promuovendo piani in tal senso.
Durante l’evento, Smotrich ha anche respinto la dichiarazione di Netanyahu di lunedì, secondo cui Israele si troverebbe ad affrontare un crescente isolamento e potrebbe essere costretto a diventare un’economia autosufficiente con “caratteristiche autarchiche” e una sorta di “super-Sparta”. “Non sono d’accordo con le parole del premier e non mi è piaciuto molto il paragone con Sparta”, ha affermato Smotrich. I commenti di Netanyahu hanno suscitato aspre critiche da parte dei leader dell’opposizione e dei leader del mondo imprenditoriale, e sono stati seguiti da un calo del valore delle azioni alla Borsa di Tel Aviv. Il giorno dopo, il primo ministro ha dichiarato di avere “piena fiducia” nell’economia israeliana e ha cercato di chiarire che i suoi commenti erano incentrati sull’industria della difesa piuttosto che sull’economia in generale.
PROSEGUE L’OFFENSIVA DELLE FORZE ISRAELIANE
Circa 400.000 palestinesi hanno finora evacuato Gaza City dirigendosi verso altre aree della Striscia. E’ la nuova stima delle Forze di difesa israeliane (Idf) che ieri hanno lanciato l’offensiva di terra a Gaza City per stanare i miliziani del gruppo terroristico Hamas. Secondo le stime delle Idf, prima dell’operazione nella principale città della Striscia viveva un milione di persone. Gli sfollati di Gaza City si stanno dirigendo verso sud in una zona umanitaria designata dalle autorità israeliane. A causa del crescente numero di sfollati, la strada costiera di Rashid è molto affollata e l’esercito ha annunciato questa mattina che aprirà una seconda via di evacuazione, su Salah al-Din, la principale autostrada nord-sud di Gaza, da mezzogiorno di oggi fino a mezzogiorno di venerdì.
Prosegue per il secondo giorno l’operazione di terra israeliana a Gaza City Carri di Gedeone 2, che vede impegnata al momento due Divisioni delle Forze di difesa israeliane (Idf), a cui se ne unirà una terza nei prossimi giorni. Secondo le stime delle Idf, riporta l’emittente pubblica Kan, l’operazione durerà circa due o tre mesi, ma bonificare l’area dai terroristi potrebbe richiedere più tempo.
Le Idf sottolinea che il centro nevralgico di Hamas si trova in città, incluso probabilmente il comandante militare dell’organizzazione, Izz ad-Din Haddad, che si trova nei tunnel. La stima precedente indicava la presenza di circa 2.500 terroristi nella principale città della Striscia di Gaza, ma il numero di miliziani starebbe aumentato, con altri combattenti arrivati da altre zone e con il reclutamento di altri giovani per cercare di tendere imboscate ai militari, collocare esplosivi e tendere imboscate ai soldati israeliani, conclude Kan.
KATZ “SENZA RILASCIO OSTAGGI, GAZA SARÀ DISTRUTTA”
“Se Hamas non rilascia gli ostaggi e non si disarmerà, Gaza verrà distrutta e diventerà un monumento alle atrocità e agli assassini di Hamas”. Così su X il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, aggiungendo che “ieri, con l’inizio delle manovre di terra, sono state distrutte a Gaza 25 torri del terrore. Un numero enorme e significativo”. “Per eliminare qualsiasi minaccia di cecchini da parte delle forze in manovra, i terroristi sono stati fermati e le infrastrutture terroristiche sono state distrutte. Gli abitanti di Gaza sono stati costretti a spostarsi a sud per proteggersi”, conclude Katz.
62 MORTI DALL’ALBA
Dall’alba di oggi almeno 62 persone sono state uccise a causa degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, secondo fonti sanitarie citate dall’emittente del Qatar Al-Jazeera. Quaranta delle vittime si trovavano a Gaza City, dove ieri l’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra, nel contesto dell’operazione Carri di Gedeone 2 per eliminare il gruppo terroristico Hamas.
INCONTRO NETANYAHU-TRUMP IL 29 SETTEMBRE
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla Casa Bianca il 29 settembre. Lo ha annunciato il premier israeliano durante una conferenza stampa ieri sera. Si tratterà del quarto incontro fra Netanyahu e Trump dall’insediamento di quest’ultimo alla Casa Bianca lo scorso gennaio, il primo dopo l’attacco di Israele alla leadership di Hamas in Qatar. Tre giorni prima, Netanyahu pronuncerà il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Durante la conferenza stampa, Netanyahu ha ribadito che il raid in Qatar è stato deciso unicamente da Israele e non è stato notificato in anticipo agli Usa, sebbene fonti stampa riferiscano il contrario. Riguardo al ruolo di mediazione del Qatar per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, il premier israeliano ha affermato: “Se il Qatar volesse, potrebbe facilmente applicare una pressione molto più forte, il che ci aiuterebbe a liberare tutti i nostri ostaggi nei primi mesi della guerra. Ospita Hamas. Finanzia Hamas. Ha leve molto più forti e ha scelto di non farlo”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).








