Solo con un vero Stato Federale l’UE avrà un futuro da protagonista

di Raffaele Bonanni  ROMA (ITALPRESS) – La situazione mondiale è mutata profondamente negli ultimi anni. Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente rappresentano il riflesso di un conflitto latente tra i regimi autoritari e il mondo occidentale. La diplomazia, un tempo più misurata, si è trasformata in un terreno aspro e ruvido, dove le alleanze palesi e quelle occulte con i Paesi in guerra confermano un clima internazionale radicalmente cambiato.

I grandi trattati che regolavano commercio e rispetto delle sovranità nazionali sono ormai logorati, se non del tutto superati. Organismi come l’ONU e altre istituzioni multilaterali hanno perso credibilità ed efficacia, mentre le potenze militari maggiori non celano più l’obiettivo di gestire direttamente la ridefinizione delle sovranità, l’accesso alle risorse energetiche, il controllo dei materiali rari e delle componenti tecnologiche cruciali per l’industria digitale e per l’innovazione, così come il dominio delle principali rotte commerciali globali.

L’aspetto più inquietante è che gli Stati Uniti, storico alleato dell’Europa, sembrano ormai convinti dell’inevitabilità di questa nuova logica di confronto. Washington invia segnali sempre più duri verso gli europei, accusandoli di intese commerciali penalizzanti nei confronti di chi, da decenni, ne garantisce la sicurezza militare e diplomatica. Con l’avvento di Trump le tensioni si sono accentuate: dazi, cambi repentini nei rapporti con Kiev, aperture inattese verso Putin. L’Europa ne è rimasta spiazzata.

Il Vecchio Continente non può più permettersi di vivere come ha fatto finora. Deve prendere atto della necessità di una propria autonomia strategica: nell’energia, nelle materie prime rare, nella capacità di innovazione e soprattutto nella sicurezza militare. Ma perché ciò avvenga, occorre un salto politico: l’Europa deve imparare ad agire come un’unica entità, come una vera Unione federale, capace di affermarsi nei commerci, nella diplomazia e nelle proprie ambizioni di sviluppo.

Unita, l’Europa dispone di tutto ciò che può renderla una potenza globale di prim’ordine: economia, cultura, tecnologia. Potrebbe, se coesa, rivaleggiare con gli Stati Uniti, anziché limitarsi a inseguirne le mosse. Eppure, frammentata, rischia di essere annichilita da qualunque avversario, a cominciare dalla vicina Russia che, pur con un PIL quindici volte inferiore a quello dell’Unione, gode di un ruolo internazionale sproporzionatamente più rilevante.

Il paradosso è evidente: l’Europa, seconda solo agli Stati Uniti per forza economica, potrebbe facilmente colmare il divario se solo fosse capace di agire come una sola nazione. La cecità politica, tuttavia, la mantiene in uno stato di vulnerabilità che le potenze ostili sfruttano con una guerra invisibile di disinformazione, infiltrazioni politiche e cavalli di Troia, con l’unico scopo di dividerla e indebolirla. Dinanzi a questo scenario, la domanda è inevitabile: quanto altro dovrà accadere prima che ci si mobiliti davvero per un cambiamento?

Le forze politiche continuano a promettere soluzioni nel solco del passato, ma sono illusioni sterili, incapaci di rispondere alla sfida del presente. La sola via logica, l’unica che possa ridare dignità e forza al nostro continente, è orientare i cittadini verso la costruzione di un vero Stato federale europeo. Solo così potremo affrontare il futuro da protagonisti, anziché restare spettatori inermi in un mondo che vuole piegare ciò che è stato grande: noi.

– Foto d’archivio IPA Agency –

(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]