UTIN Ragusa, tecnologie avanzate e mortalità neonatale vicina allo zero

RAGUSA (ITALPRESS) – Negli ultimi anni la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, diretta da Vincenzo Salvo, ha raggiunto tassi di mortalità neonatale prossimi allo zero, anche per i neonati estremamente prematuri, e ottimi esiti neurologici a distanza.
Un traguardo reso possibile da un modello assistenziale che integra tecniche di monitoraggio intensivo avanzato, cure individualizzate e lavoro di squadra multidisciplinare.
“Il nostro obiettivo – spiega Salvo – è offrire ai neonati più fragili le migliori possibilità di sopravvivenza e di qualità di vita. Negli ultimi decenni, grazie all’innovazione tecnologica, si è assistito a un cambiamento radicale dei modelli assistenziali, soprattutto in ambito di Critical Intensive Care, con l’introduzione di tecniche di ventilazione sempre meno invasive e più protettive, sistemi di neuroprotezione e monitoraggio emodinamico avanzati, tecniche di nutrizione e terapie farmacologiche mirate”.
“La disponibilità di informazioni accurate e di alta qualità, la possibilità di monitoraggio continuo e la misurazione precisa di molti parametri funzionali – respiratori, emodinamici, renali ed ematochimici – ci consentono di attuare strategie di cura specifiche, individualizzate, che considerino il contesto fisiopatologico del singolo caso, e di modulare i trattamenti in base alla risposta individuale”, aggiunge Salvo.
Oltre al monitoraggio multiparametrico costante, il reparto utilizza sistemi di ventilazione meccanica invasiva e non invasiva di ultima generazione, come la ventilazione oscillatoria ad alta frequenza, e il trattamento ipotermico associato al monitoraggio cerebrale con aEEG e alla saturimetria cerebrale con sistema NIRS per i neonati con asfissia perinatale. Queste tecnologie hanno contribuito a ridurre la mortalità, migliorare la qualità di vita e gli esiti neurologici, con una netta diminuzione delle patologie neurologiche e respiratorie croniche.
“Fondamentale – dice Salvo – è anche l’uso sistematico dell’ecografia polmonare e della valutazione ecocardiografica funzionale direttamente al posto letto, che permettono una gestione ventilatoria, farmacologica e nutrizionale altamente personalizzata, oltre a ridurre dell’80 per cento l’utilizzo della radiologia tradizionale e gli effetti nocivi ad essa correlati. Questo approccio, in linea con le linee guida della Società Italiana di Neonatologia e dell’OMS, ha portato a un miglioramento significativo degli outcome clinici, ponendo la TIN di Ragusa tra le strutture con i migliori risultati a livello nazionale”.
Accanto alla tecnologia, resta centrale l’attenzione alla dimensione relazionale con le famiglie. “Il reparto – conclude Salvo – favorisce il contatto precoce tra genitori e neonato e sostiene la loro partecipazione attiva al percorso di cura, integrando care neonatale e umanizzazione delle cure anche in un contesto ad altissima intensità assistenziale. Il reparto offre, inoltre, un’assistenza post- dimissione, con un percorso di follow-up dedicato al neonato a rischio”.
Ogni anno la Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia del “Giovanni Paolo II” accoglie circa 600 neonati, provenienti dalla provincia e da altre aree della Sicilia, confermandosi un centro di eccellenza dove innovazione, competenza e organizzazione si traducono in più vite salvate e in migliori prospettive di salute.

– foto ufficio stampa Asp Ragusa –
(ITALPRESS).

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