ROMA (ITALPRESS) – In Italia migliaia di persone vivono in condizioni di marginalità sociale, spesso invisibili agli occhi delle istituzioni: secondo i dati Istat e delle principali organizzazioni umanitarie, si stima che oltre 96mila persone siano senza dimora, con una presenza significativa nelle grandi città; a queste si aggiungono individui che pur avendo un tetto vivono in situazioni di povertà estrema, isolamento sociale, disagio psichico o dipendenze. Si tratta spesso di persone che hanno perso il lavoro, anziani soli, migranti, giovani emarginati, vittime di violenza domestica o persone uscite da percorsi penitenziari o di cura.
“Il Comune da solo non può risolvere tutte le criticità, specialmente quelle più grandi. L’attività di City Angels è assolutamente necessaria: a Milano i nostri ragazzi partono in tre gruppi alle 21 dalla stazione centrale e iniziano a girare per la città al fine di assistere le persone che dormono in strada, che adesso li conoscono; a tantissimi viene proposto di andare in un ricovero, perché i posti ci sono, ma il 90% si rifiuta categoricamente quindi ogni sera i nostri volontari gli forniscono medicine, cibo e tutte le necessità”, ha dichiarato Daniela Javarone, madrina dei City Angels, intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
Per una simile attività sono arrivati riconoscimenti importanti, ma l’emergenza non sembra arrestarsi: “Di recente siamo stati premiati con la Rosa Camuna, che è la maggior onorificenza della Regione Lombardia – racconta Javarone, – Questo è un ulteriore premio, abbiamo avuto anche Ambrogini d’Oro e in generale il palmares è sterminato. Tutte queste persone che dormono in strada danno molto fastidio alla gente, c’è molto più interesse verso gli animali: a Milano sono un po’ tutti arrabbiati, la situazione è diventata più pericolosa perché non sai mai chi hai davanti e il 70% di chi dorme per strada ha problemi mentali. Abbiamo una casa famiglia che il Comune di Milano ci ha dato in gestione, anche se all’inizio era in condizioni disastrate: lì c’è un servizio medico capace di fronteggiare le situazioni più drammatiche, purtroppo il Comune ci lascia ricoverare solo uomini ma all’occorrenza c’è anche il servizio di psicologia”.
La madrina dei City Angels spiega poi la procedura per entrare a farne parte: “Durante l’anno ci sono due periodi per le selezioni: chi viene chiamato dopo le iscrizioni deve fare un’accurata diagnosi medica e se sta bene viene istruito nelle palestre messe a disposizione dalla polizia. Non è un lavoro facile, perché ci si può trovare di fronte a situazioni di pericolo, ma sono talmente tante le richieste che i gruppi si possono anche ruotare: ognuno di questi ha un caposquadra, che è una figura che ha grande esperienza nei City Angels”.
Javarone si sofferma poi sul momento più toccante della sua avventura: “È stato quando ho conosciuto Mario Furlan: è stato uno strano gioco del destino, in cui sapevo che dovevo finire quello che avevo iniziato. Il merito dei miei inizi con City Angels è stato di un mio carissimo amico giornalista: molte volte, tornando a casa dalla Scala, passavamo davanti alla stazione e vedevamo tutte quelle situazioni di disagio. Un giorno, mentre ero ospite a Tele Nova, ho visto Furlan e ho voluto che avesse il mio indirizzo: quando ho accettato ho dovuto avvisare il mio segretario degli Amici della lirica, ma non sapevo come dirglielo e l’ho presa alla lontana. Il ricavato dei nostri eventi veniva dato ai meno fortunati, ma ho comunque deciso di fare la madrina di City Angels: sapevo di poter essere utile a loro, perché dandogli visibilità si può creare un ponte in due mondi. I soldi per andare avanti ci arrivano da diverse persone, ma non dura tanto perché spesso chi ci finanzia perde la motivazione quasi subito”.
– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).