Zona arancione scuro estesa alla Città Metropolitana di Bologna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Da sabato 27 febbraio, si estende a tutta la Città Metropolitana di Bologna, e quindi ai comuni che ne fanno parte, la zona arancione scuro in vigore da oggi nell’Imolese. Vi rimarrà fino al 14 marzo. Arriverà domani la nuova ordinanza che lo prevede, a firma del presidente della Regione, analoga a quella sui 14 comuni dell’Ausl di Imola e i confinanti in provincia di Ravenna.
L’obiettivo è lo stesso: arginare la diffusione del virus, a tutela della salute dei cittadini, in un’area peraltro molto vasta e densamente abitata.
La decisione è stata presa oggi pomeriggio nella video-riunione fra tutti i sindaci della Città metropolitana di Bologna, insieme a Regione e Ausl di Bologna.
Il provvedimento è più restrittivo rispetto alle misure nazionali in vigore per la zona arancione in cui è collocata tutta l’Emilia-Romagna dal 21 febbraio scorso, ed è dettato dalle indicazioni medico-scientifiche che evidenziano una situazione di criticità, con l’andamento del contagio in costante crescita anche nelle scuole.
Le restrizioni introdotte sono le stesse previste dall’ordinanza in vigore nei comuni dell’Imolese: no agli spostamenti, anche all’interno del proprio comune, e anche per visite a parenti e amici, se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità, e limitazioni alle lezioni in presenza, sul modello di ciò che in sostanza avviene in zona rossa. Da lunedì 1 marzo, quindi, l’attività didattica si svolgerà esclusivamente a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per l’Università (saranno ricompresi anche i corsi dell’Ateneo di Bologna a Imola), mentre rimarrà in presenza per i servizi educativi 0-3 e le scuole d’infanzia.
Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona.
“Anche in questo caso, insieme ai sindaci, e sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie, interveniamo per fermare la diffusione del contagio in un’area nella quale la situazione stava diventando critica- sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini-. Siamo in presenza del terzo picco dell’epidemia, con dati epidemiologici in progressivo peggioramento. Una tendenza, secondo gli esperti, destinata a rafforzarsi, a causa della presenza di nuove varianti del virus, molto più veloci nei contagi. Servono quindi nuove misure restrittive. Ancora una volta occorre assumere una decisione che pesa, che ricade su tante persone e comunità, provate da mesi durissimi, ma non potevamo rimanere fermi rispetto a quanto sta accadendo. Interveniamo a tutela della collettività, pur comprendendo bene lo sforzo e i sacrifici che chiediamo ai cittadini, a partire dagli studenti e dalle loro famiglie”.
“Assieme ai sindaci e all’azienda sanitaria siamo al loro fianco, pronti a fare tutto il necessario per fronteggiare questa difficile fase, che si aggiunge a difficoltà e sofferenze pesanti. E raccogliendo proprio l’appello dei sindaci, abbiamo già avviato un’interlocuzione con il Governo, con l’ultimo confronto avuto nel pomeriggio, per chiedere che vengano riconosciuti con urgenza i congedi parentali, perchè siamo consapevoli di quanto gravi sulle famiglie la sospensione dell’attività didattica in presenza.Non possiamo però nella maniera più assoluta arrenderci adesso, nel momento in cui stiamo lavorando all’estensione e all’accelerazione della campagna vaccinale, lo strumento per sconfiggere la pandemia che prima non avevamo. Rispettiamo tutti le regole- chiudono Bonaccini e Donini-, un ulteriore esercizio di responsabilità per quello che potrebbe davvero essere l’ultimo sforzo da portare a termine”.
(ITALPRESS).

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