WELFARE “TERAPEUTICO”, UN CONVEGNO UCID TRA AZIENDA E TERRITORIO

Il welfare che è in fase di costruzione – in aggiunta e oltre a quello del perimetro pubblico – non è fatto solo di prestazioni integrative, previdenziali o sanitarie, e nemmeno di benefit aziendali, che siano di valenza sociale o ludica. “Il welfare integrativo richiede una novità culturale, un approccio nuovo al tema del benessere nei luoghi di lavoro”: Marta Zighetti, psicoterapeuta, autrice del libro Essere esseri umani (edizioni dEste) – che è anche il nome di un’Associazione promossa dalla dottoressa Zighetti – da anni sta dedicando una buona parte delle sue energie alla riflessione sulla società “compassionevole”. Con una chiara idea in testa: fare del bene (a sé stessi, ai propri colleghi, ai propri dipendenti…) fa bene e conviene. O meglio, nella sintesi elaborata dalla dottoressa Zighetti: “Ognuno di noi è parte del benessere degli altri”. Un’idea sviluppata in un documento che è stato alla base della preparazione del convegno Generare valore sociale, un appuntamento promosso dall’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) di Milano al l’interno di un programma di “welfare inclusivo”.

L’idea, come tutte le idee, ha bisogno delle gambe degli uomini e dei denari delle imprese. Gambe e denari che sono in grado di generare un circolo virtuoso fatto di brevi cicli di terapia per le persone che subiscono traumi di diversa natura nel corso della loro vita familiare o lavorativa. “Impresa e territorio devono ritrovare insieme la capacità di favorire l’inclusione di coloro che per qualunque ragione vivono momenti di esclusione traumatica dalla loro normale condizione di vita”: Marta Zighetti ha l’obiettivo chiaro di innescare una collaborazione operativa tra comunità di lavoro e comunità di territorio. Con poche risorse le imprese più illuminate potrebbero dare avvio a iniziative capaci di coinvolgere non solo i dipendenti delle stesse aziende, ma tutti i cittadini che insistono sulle stesse realtà territoriali. Welfare aziendale e welfare territoriale sono destinati a ritrovarsi.

Anche il convegno Ucid, dove la dottoressa Zighetti è stata relatrice, ha segnato una tappa di questo percorso virtuoso. Con il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio, che ha fatto da moderatore, sono intervenuti il professor Leonardo Becchetti, il vicepresidente di Assolombarda, Antonio Calabrò, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’imprenditrice Marina Salamon, il presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, il consigliere della Fondazione Giordano Dell’Amore, Mario Gerevini, e il vicario episcopale della Diocesi di Milano, monsignor Luca Bressan. L’iniziativa del convegno, fortemente voluta dal presidente dell’Ucid di Milano, Luciano Martucci, si propone di trovare partner pubblici e privati che possano favorire il percorso di welfare integrativo in azienda e nel territorio. I Comuni di Busto Arsizio e di Gallarate erano presenti, così come i rappresentanti di aziende aderenti all’Unione Industriale di Varese e all’Assolombarda.

Una prima esperienza di formazione sui temi della terapia promossa dall’Associazione Essere esseri umani è stata realizzata presso l’azienda Zeiss. Un primo passo per quella contaminazione culturale che deve essere condizione per il nuovo welfare inclusivo e win-win-win: con un beneficio per chi dona, per chi fa volontariato, per chi ne beneficia e con vantaggio sicuro per tutto il contesto sociale in cui viviamo. La proposta terapeutica promossa dall’Associazione della dottoressa Zighetti si sintetizza con l’espressione: “Terapia sospesa”, trasferendo l’abitudine partenopea di lasciare pagato un caffè nel bar dove si consuma il proprio – il cosiddetto “caffè sospeso” – a vantaggio di chi non potrebbe pagarselo. In questa dimensione di welfare, l’azienda che può, paga (cioè dona) una terapia anche a chi, non suo dipendente, ne ha bisogno, ma non ha le risorse economiche per permetterselo.

(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

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