Viminale, ok ad allenamenti individuali per le squadre

Domani Sassuolo e Lecce, poi Bologna, Inter, Parma, Juventus. E poi anche Lazio e Roma. La Serie A cerca di ritrovare un’insolita normalità riaprendo i centri sportivi ai calciatori, anche se per soli allenamenti individuali con il rigoroso rispetto del distanziamento sociale e delle norme di sicurezza per evitare contagi da coronavirus. Attraverso una circolare del Viminale, il Governo ha dato il via libera anche agli atleti degli sport di squadra, ma solo per sedute strettamente individuali. “Sulla base di una lettura sistemica delle varie disposizioni, suffragata da un orientamento condiviso in sede interministeriale – ha osservato il Ministero dell’Interno chiarendo l’ultimo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che permette esplicitamente da domani gli allenamenti degli atleti di interesse nazionale degli sport individuali – si ritiene sia comunque consentita, anche agli atleti e non, di discipline non individuali, come a ogni cittadino, l’attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”. Dunque la domanda avanzata dal ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora al Comitato tecnico scientifico ha avuto la risposta sperata dal mondo del calcio. I primi club a consentire l’accesso agli atleti nei propri centri saranno Sassuolo e Lecce. Già da domani i calciatori neroverdi potranno allenarsi sui tre campi del Mapei Football Center, divisi in fasce orarie affinché ciascuno possa avere a disposizione una propria metà campo. Palestre e uffici chiusi, docce soltanto a casa e distanziamento obbligato. Discorso simile per il Lecce: “Solo chi vuole può cominciare ad allenarsi fin da domani. Noi come società offriremo a ciascun calciatore la massima assistenza sotto i punti di vista medico e atletico”, ha spiegato il presidente Saverio Sticchi-Damiani, assicurando ai giocatori la possibilità di allenarsi allo stadio di Via del Mare o al Golf Resort dell’Acaya. Martedì toccherà ad Atalanta, Bologna e Inter, seguite dal Parma e, da mercoledì in avanti anche Lazio e Roma potranno aprire i rispettivi centri sportivi rispettando le indicazioni contenute nell’ordinanza firmata dal governatore Nicola Zingaretti, così come il Napoli in Campania. Altri club, al contrario, hanno deciso di prendere tempo in attesa di chiarimenti sul protocollo ancora in discussione tra Federcalcio e Comitato tecnico scientifico: un esempio è il Cagliari, che pure avrebbe l’opportunità di accogliere i giocatori nel proprio centro come annunciato dal governatore Solinas, ma la stessa posizione è stata presa da Milan e Brescia in Lombardia. Se, del resto, la possibilità di accogliere i calciatori nei centri sportivi è senza dubbio un primo, importante passo verso il complesso ritorno all’attività, il via libera agli allenamenti collettivi a partire dal 18 maggio rimane tutt’altro che scontato. Il Comitato tecnico scientifico continua a nutrire dubbi sulla ripartenza del calcio nel breve periodo: dagli esami medici necessari all’eventuale quarantena obbligata dell’intera squadra in caso di nuovo contagio, sono diversi i nodi ancora da sciogliere. Ma ancor più complicato è il discorso sullo svolgimento delle partite ufficiali, ancora lontano dall’essere affrontato. Ma il tempo stringe: per rispettare la nuova deadline della stagione 2019/2020, fissata dalla Federcalcio al 2 agosto, la Serie A deve riprendere a giocare a metà giugno. Ecco perché per le società è importante ottenere al più presto almeno il via libera del Comitato tecnico scientifico per gli allenamenti collettivi, per poi concentrarsi sul nuovo protocollo da rispettare per le partite ufficiali sebbene in serata sia arrivata una doccia fredda per bocca di Spadafora: “Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del campionato per ora non se ne parla proprio”, il post su Facebook del ministro a cui ha risposto a stretto giro di posta il ds laziale Tare: “Ho sentito che nel corso della prossima settimana potrebbe uscire un nuovo decreto in cui il ministro dello sport Spadafora potrebbe bloccare definitivamente il campionato, ma questo non rientra nelle sue competenze”.
(ITALPRESS).

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