VENEZIA, WILLEM DAFOE E’ VAN GOGH

L’appeal cinematografico di Vincent Van Gogh non perde colpi e approda al Lido, nel concorso di Venezia 75, portato da Julian Schnabel con “At Eternity’s Gate”. La ritrattistica d’artista ha una marcia in più, in questo caso, perché la firma di Schnabel garantisce un approccio dinamico alla semplice ricostruzione biografica che pure il film propone, basandosi anche sulla prestazione di grande livello di Willem Dafoe. Adottando uno scandaglio introspettivo delle vicende esistenziali di Van Gogh, Schnabel segue la linea di una narrazione che insiste sulla sua incapacità di adattarsi ai canoni artistici ma anche esistenziali dell’epoca, raccontando soprattutto il tormento del suo sentirsi poco adatto al rapporto con la gente e l’estasi della sua passione per l’espressione pittorica, attraverso i segni forti, decisi come i colori che utilizzava. Centrali nel racconto sono il rapporto strettissimo che lo legò all’amato fratello Theo e il legame quasi simbiotico che strinse con Paul Gaugin, interpretato nel film da Oscar Isaac. La struttura narrativa procede con ordine attraverso gli eventi, partendo dalla decisione di lasciare la fredda Parigi per raggiungere la calda luce del sole del Sud. Troviamo dunque Van Gogh ad Arles, nella famosa casa gialla dove starà a lungo, sino all’insorgere dei primi fatti psicotici che lo portarono a reiterati ricoveri.

Schnabel costruisce un reticolato visivo che si spinge spesso nella dimensione soggettiva, per interpretare l’esperienza visuale da cui nasceva l’approccio pittorico dell’artista. L’incapacità della gente del tempo di vedere la bellezza delle sue opere, il sostegno di Gaugin e del fratello Theo, i contrasti con i paesani, tutto ruota attorno alla definizione di un rapporto disadattato tra l’artista e il mondo in cui vive. Sino al mistero della morte a seguito di un colpo di pistola, che Schnabel spiega come un incidente a seguito del gioco pericoloso di alcuni ragazzini del paese. Willem Dafoe è come sempre intenso sia sotto il profilo umano che sotto quello espressivo e dà un’interpretazione di Van Gogh che non passerà inosservata.

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