
MILANO (ITALPRESS) – La Federal Reserve ha tagliato i tassi dello 0,25% portando l’asticella fra il 4% e il 4,25%. La decisione è stata presa con 11 voti favorevoli e un solo contrario. Si tratta del trumpiano Stephen Miran – il consigliere economico del Presidente appena confermato dal Senato – che avrebbe voluto una riduzione dello 0,5%. Quella di oggi è la prima riduzione di un 2025 per il quale sono previsti altri tagli da 0,25% entro la fine dell’anno. Le stime della Fed parlano infatti di una crescita più lenta del mercato del lavoro, un Pil che si fermerà all’1,6% e inflazione al 3%.
I dati dimostrano la delicatezza del momento. Il 9 settembre, i dati sull’occupazione tra marzo 2024 e marzo 2025 hanno mostrato 911mila posti di lavoro in meno rispetto alle stime iniziali. I numeri sulle assunzioni mensili sono sempre più deboli, con una curva inesorabilmente inclinata verso il basso. Una debolezza che giustificherebbe anche un taglio dei tassi un po’ più deciso, ma l’inflazione ha deciso di fare il suo ingresso trionfale in scena, con un picco a settembre del 2,9%. Un incremento che, rispetto ai 2,3% di aprile, è una vera e propria “fuga di prezzi”.
E qui si fa chiara la scelta della Fed: non basta un 0,25% di taglio per calmare la domanda interna. La Fed ha scelto il taglio piccolo piccolo, ma significativo. Eppure, come ha fatto notare lo stesso presidente Jerome Powell, i tassi sono ancora lontani da quel fatidico “tasso neutrale”, che, secondo i calcoli più ottimistici, potrebbe trovarsi intorno al 3% (ma alcuni membri della Fed, più prudenti, lo vedono a 3,5% o più). Insomma c’è spazio per altre riduzioni entro l’anno.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).