Università, Puglisi “Serve più cooperazione con il territorio”

ROMA (ITALPRESS) – “L’Università Kore di Enna prende il nome dalla divinità della prosperità, scelto nel tentativo di riportare la tradizione all’attualità. L’Università è la maniera di far rivivere la storia nell’oggi, luogo di formazione per il futuro attraverso la rivitalizzazione del passato”. Lo ha detto Giovanni Puglisi, rettore dell’Università Kore di Enna, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“Quando due mesi fa il presidente Mattarella ci ha onorati con la sua visita, ho voluto prendere un’immagine per descrivere la nostra Università che ha 17 anni di vita, pochissimi ma sufficienti per scrivervi le tre età di Giambattista Vico: l’età degli dèi, l’età degli eroi e l’età degli uomini. L’età degli dèi è stata quella che negli anni intorno al 2004 ha mosso un insieme di personalità della politica e dell’intellettualità siciliana a ottenere un riconoscimento per questa enclave universitaria che si era realizzata a Enna – ha spiegato Puglisi -. L’età degli eroi è venuta dopo, dal 2011. Gli eroi sono quelli che hanno cominciato a dare a questa idea un corpus operativo funzionale che mettesse insieme pensiero e azione. Dopo si è potuta aprire la stagione degli uomini, quelli che fanno della ragione il fulcro del progetto e del futuro che si misura con l’attualità”.
Il rettore ha sottolineato che il programma di UniKore è puntare a una sinergia tra tecnologia e tradizione. “La nostra università si compone di tre anime: le materie umanistiche, l’ingegneria e la salute. Da noi si può studiare l’ingegneria dello spazio con il più grande simulatore di volo che c’è in Italia ma anche ingegneria della dinamica, abbiamo la più grande piattaforma vibrante. Da due anni abbiamo aperto la facoltà di medicina e spero che presto potremo aprire anche la facoltà di infermieristica. Con questa realtà – ha continuato Puglisi- vogliamo contribuire alla formazione dei giovani e alla crescita del territorio per permettere ai nostri ragazzi di rimanere nella loro terra”.
Per il rettore di UniKore il problema della Sicilia non sta nell’offerta formativa, nelle Università, ma nel tessuto economico produttivo del territorio. “In Sicilia c’è un mercato a macchia di leopardo, mancano le infrastrutture – ha affermato -. Le risorse del Pnrr in Sicilia corrono il rischio di essere il deserto delle incompiute perchè i soldi in gran parte li dobbiamo restituire e il tempo medio in questa regione per progettare qualcosa e poi per realizzarla è molto lungo. Il Paese grazie a Draghi e Mattarella ha avuto la grande opportunità delle risorse europee ma rimane il problema serio del rapporto fra classe dirigente e territorio”.
Secondo Puglisi “serve più cooperazione tra realtà territoriale e sistema universitario, manca una progettualità politico-parlamentare che intervenga strutturalmente su un sistema di alta formazione. Il Parlamento siciliano dovrebbe legiferare in termini esclusivi sull’università nell’Isola. È vero che nonostante la Sicilia sia una Regione a statuto speciale, il tema dell’Università non è nella delega del trasferimento dei poteri, ma sta nei poteri del Parlamento regionale intervenire legislativamente in maniera aggiuntiva rispetto allo Stato nel fare progetti strategici che diano risorse e controllino le loro finalità. In Sicilia – spiega il rettore – quello che rimane è la cultura della Cassa del Mezzogiorno, questo è il vero dramma legato poi alla tragedia del clientelismo. Il denaro del Pnrr in Sicilia arriva in un anno sbagliato in cui non si farà altro che parlare di elezioni e competizione elettorale, questo non è salutare per raggiungere gli obiettivi”. In conclusione, il rettore Puglisi ha annunciato che nel mese di maggio lancerà una grande iniziativa da Enna, un’occasione per discutere di intelligenza e cultura.
(ITALPRESS).

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