SUPER VOLATA DI VIVIANI, DENNIS IN MAGLIA ROSA

Pronostico rispettato. Con una volata prepotente, Elia Viviani conquista di forza la seconda tappa, la prima in linea, del 101esimo Giro d’Italia, la Haifa-Tel Aviv di 167 chilometri. Il veronese della Quick-Step Floors, al suo secondo centro al Giro dopo quello di tre anni fa a Genova, il settimo stagionale ed il numero 55 in carriera, non si fa mettere nel sacco dall’altro azzurro Jakub Mareczko (Wilier Triestina), che prova a sorprenderlo negli ultimi metri. Una manovra ‘azzardata’ perché l’olimpionico dell’omnium gli prende la ruota e lo salta come un birillo. Terza piazza per l’altro sprinter che godeva dei favori della vigilia, l’irlandese Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), poi altri tre italiani nella top ten di giornata: quarto Niccolo’ Bonifazio (Bahrain-Merida), quinto Sacha Modolo (Team Ef Education First) ed ottavo Manuel Belletti (Androni Giocattoli-Sidemarc). “Non era facile, sembravo calmo ma non lo ero – spiega a caldo Viviani, vice-campione europeo su strada – Non e’ semplice arrivare qui dopo un bell’inizio di stagione, lo stop al Romandiae un punto interrogativo sulla condizione. Sono al Giro per le volate, sento la responsabilita’ e tutti si aspettavano che vincessi. L’abbiamo gestita bene, oggi ho fatto anche i traguardi intermedi perche’ in passato mi sono sempre mancati dei punti e poi abbiamo pensato alla volata finale, che e’ stata bellissima. Ai 250 metri tutti tentennavano a partire, Mareczko ha anticipato bene ma stavo in piedi sui pedali aspettando di agganciarmi a qualcuno e sono riuscito a vincere”. Il campione olimpico su pista a Rio de Janeiro, sul podio assieme al piccolo Giacomo, uno dei due gemelli del compianto Michele Scarponi, ha infine una dedica speciale per la fidanzata e collega Elena Cecchini: “Questo successo e’ per lei. Fa tanti sacrifici e ci vediamo poco, ma crede in me ed e’ l’unica che riesce a trasmettermi tranquillita’”. Seconda tappa e seconda maglia rosa, che passa dalle spalle dell’olandese e campione in carica, Tom Dumoulin, vincitore della cronometro d’apertura a Gerusalemme, a quelle dell’australiano Rohan Dennis (Bmc), che grazie agli abbuoni in uno sprint intermedio riscatta la seconda piazza ottenuta ieri. “Ieri ero dispiaciuto per l’andamento della cronometro perche’ ero in testa fino all’arrivo di Dumoulin… – ammette il corridore ‘aussie’ – Ringrazio la squadra per aver creduto in me nello sprint intermedio. Ci sono altre volate ed ho sfruttato l’opportunita’ che mi e’ stata data. Se penso di tenere la maglia rosa? Per il momento me la godo, il Giro e’ lungo e per me le tre settimane sono da verificare. Vedremo giorno per giorno, ma questa maglia e’ un sogno”. La tappa odierna è stata caratterizzata da una fuga al pronti e via del danese Lars Bak (Lotto Fixall) e di Davide Ballerini (Androni Sidermec), ai quali si era poi aggiunto il canadese Guillaume Boivine (Israel Cycling Academy). I tre raggiungevano un vantaggio massimo di 3’30” prima di essere ripresi proprio in prossimità del primo Gpm del Giro, la rampa di Zikron Ya’aqov che, tra le intemperie di tifosi non certo esemplari, incoronava in maglia azzurra il lombardo  Enrico Barbin (Bardiani CSF). Dopo lo spunto di Dennis che costava la testa della graduatoria a Dumoulin e qualche tentativo solitario (Campenaerts, ancora Boivin, che giunge ad accumulare fino a 1’30” prima di scatenare la reazione della Quick-Step Floors, che ricuce lo strappo ai -16), nel finale ci prova anche il tedesco Tony Martin ma lo sprint di massa, e la grande progressione di Viviani, sono inevitabili. Domani ultima delle tre frazioni in terra di Israele, la Be’er Sheva-Eilat di 229 chilometri, lunga e leggermente ondulata, interamente nel deserto del Negev. La strada, sempre ampia e ben pavimentata, attraversa estese distese di pietre con alcune asperita’ altimetriche, in particolare nell’attraversamento del Ramon Crater, al termine del quale, su una breve salita in localita’ Faran River, e’ posto un Gran Premio della Montagna di quarta categoria. Finale tutto in leggerissima discesa verso il Mar Rosso con attraversamento cittadino prima della linea di arrivo. Possibile l’epilogo in volata ma anche la fuga, piu’ o meno da lontano.
(ITALPRESS).

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