ROMA (ITALPRESS) – All’insegna dell’ascolto e dell’innovazione la sanità del Lazio si è riunita tramite gli Stati Generali intitolati “Costruiamo la sanità con pazienti e operatori” e organizzati oggi e domani alle Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia a Roma All’incontro, voluto per fare il punto sullo stato del sevizio sanitario, individuare priorità e strategie per garantire una sanità focalizzata sulla centralità dei cittadini, degli operatori e della prossimità dei servizi, sono intervenuti: il ministro della salute Orazio Schillaci, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il direttore della Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Andrea Urbani. Si tratta, dunque, di due giornate di confronto tra istituzioni, professionisti, accademici e rappresentanti dei cittadini e dei professionisti sanitari.
“Porto con piacere il mio contributo a questa iniziativa che riunisce in un confronto operativo tutti gli attori della sanità del Lazio, inaugurando un metodo di lavoro basato sull’ascolto e sulla proposta. Un metodo che credo possa diventare modello anche per altre regioni” ha dichiarato nel suo intervento il ministro Schillaci. Prossimità, equità, sostenibilità, sono le tre parole chiave affermate da Rocca e riprese da Schillaci, che ha continuato: “Sono tre principi che guidano anche l’azione che stiamo portando avanti a livello nazionale per rafforzare il Servizio sanitario nazionale che vede impegnati Stato e Regioni. La sanità pubblica, nonostante le criticità, funziona. Questo servizio sanitario, quasi alla soglia dei 50 anni, necessita di una revisione profonda. Deve stare al passo con i cambiamenti demografici, epidemiologici e tecnologici. Deve soddisfare nuovi bisogni di salute che non sono solo sanitari ma anche sociali. Abbiamo rimesso la salute al centro dell’agenda politica. È innegabile che questo governo abbia invertito la rotta: il Fondo sanitario nazionale è passato dai 125 miliardi del 2022 ai quasi 143 nel 2026, con incrementi medi annui maggiori rispetto al passato”, ha affermato sulle risorse investite. “Con la finanziaria che è all’esame del Parlamento ci sono risorse per assumere medici e infermieri e fondi per un ulteriore aumento delle indennità di specificità, in particolare per gli infermieri. Se vogliamo preservare il nostro servizio sanitario dobbiamo ridurre il carico di malati e malattie”.
Schillaci ha affrontato il tema della prevenzione: “Meno malati in futuro significa più salute e sostenibilità per il servizio sanitario. Dobbiamo anticipare le malattie, non rincorrerle. Questo significa prendere in carico la popolazione sana e sfruttare le potenzialità della tecnologia. Penso all’intelligenza artificiale, ad alcuni progetti delle reti degli IRCCS in diversi ambiti. Come si sta facendo anche nel Lazio”. “Abbiamo dato un segnale forte e concreto sulle liste d’attesa”. Ha detto riguardo a un nodo centrale della sanità. “Per la prima volta c’è una legge che indica alle Regioni strumenti concreti per efficientare il sistema. Dove queste misure trovano applicazione, come nel Lazio, iniziamo a vedere i risultati: nei primi sette mesi del 2025 in Italia l’offerta di prestazioni in oltre mille strutture è aumentata del 20%. Questo è l’inizio di un percorso che richiede la massima collaborazione delle Regioni e delle strutture sanitarie. In questo contesto, è evidente come la piena funzionalità di ospedali di comunità e delle case di comunità sia indispensabile per l’integrazione tra ospedale e territorio senza la quale continueremo a vedere pronto soccorso affollati e accessi spesso inappropriati. La sanità moderna che vogliamo è quella anche che sa scegliere le strade giuste nell’innovazione e la digitalizzazione. Sappiamo che non tutto è risolto. Ma ritengo che abbiamo intrapreso la strada giusta per un cambio di rotta perché a differenza del passato, abbiamo un progetto che non interviene con misure spot ma con riforme strutturali”.
“Oggi ci presentiamo con due anni e mezzo di lavoro alle spalle, che in maniera trasparente vogliamo mettere sul tavolo per costruire insieme i prossimi anni. Questo è un sistema che va ripensato alla luce di quella che è la tenuta della nostra comunità nazionale. Il tema centrale è il recupero della fiducia dei nostri cittadini. Abbiamo fatto un grande lavoro”. Ha spiegato Rocca riconoscendo l’operato di dirigenti e funzionari che hanno permesso, “di presentare alla nostra comunità regionale dei dati che oggi consentono di guardare a una programmazione chiara. Avevamo come regione un fondo di dotazione negativo di oltre 1 miliardo di euro, crediti non riscossi per 950 milioni, un fortissimo disallineamento tra numeri e realtà. Partendo da un disavanzo programmato per la nostra regione di 750 milioni per il 2023, fino agli avanzi di amministrazione che abbiamo maturato in questi due anni per 150 milioni, abbiamo potuto reinvestire in tecnologie e ristrutturazioni delle nostre strutture sanitarie. Questa è una regione che sotto l’aspetto amministrativo è tornata affidabile. La sanità va trattata mettendo al centro il paziente consentendo di allocare risorse in maniera flessibile e rispettando il quadro di bilancio complessivo, come noi stiamo facendo. La regione Lazio rende orgoglioso il paese nella misura in cui sta utilizzando le risorse del PNRR”.
Sulla questione delle liste d’attesa, Rocca è stato chiaro: “Abbiamo messo i dati nativi, come è giusto che sia, in modo che si possa controllare quello che avviene all’interno della nostra regione in tempo reale, facendo vedere come siamo passati da 2 milioni e mezzo di prestazioni del 2022 erogate attraverso il recup ai 6 milioni di prestazioni erogate nel 2025. Questo si è potuto fare con un grandissimo sacrificio del personale che abbiamo aumentato in organico con grande fatica. Non utilizziamo le liste di galleggiamento. Non giochiamo sulla prestazione breve urgente programmata o differita. Da gennaio 2026 lanceremo i nuovi ambiti di garanzia” che riguardano “il 37% dei rifiuti. La maggior parte dei rifiuti che registriamo al Recup riguardano la richiesta di uno specifico medico, di uno specifico ospedale, di una specifica mattina o pomeriggio rispetto al quale diamo la prestazione per come viene richiesta dalla prescrizione medica. L’operazione delle liste d’attesa fatte in trasparenza è la madre di tutte le operazioni, perché ci aiuterà a recuperare fiducia dando i dati per come escono”. Ha continuato il presidente della Regione Lazio esprimendo, inoltre, il sostegno al ministro Schillaci sull’ipotesi di una modifica alla legge Bindi riguardo al sistema intramoenia.
Nella seconda giornata verranno presentati i risultati dei lavori che saranno la base per costruire la sanità regionale proprio partendo dalle sollecitazioni di quei cittadini ed operatori che la vivono ogni giorno.
– Foto xl5/Italpress –
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