Sassoli “Gli aiuti Ue arriveranno, l’Italia sappia spenderli”

DAVID SASSOLI, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

ROMA (ITALPRESS) – “Bisogna fare subito e bene”. Lo dice il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un’intervista al Corriere della Sera, in merito al vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Ue del 23 aprile a Bruxelles.
“Quello di oggi e’ un Consiglio europeo importante. Si apre la partita decisiva, quella che riguarda la ricostruzione delle economie dopo la pandemia – spiega Sassoli -. Per l’emergenza abbiamo un ampio ventaglio di fondi e prestiti che sono gia’ rilevanti. Ma la profondita’ della crisi impone un vero progetto di ricostruzione, un nuovo Piano Marshall, che a differenza di quello del Dopoguerra dev’essere finanziato dagli stessi europei. L’idea degli ultimi giorni, che ha allentato molte tensioni, e’ di procedere con un Recovery Fund legato al Bilancio dell’Unione e in grado di finanziarsi sul mercato, con l’emissione di obbligazioni, cioe’ di titoli comuni. Questo va nella direzione di un’Europa solidale che condivide il peso della crisi”.
“Nel Recovery Fund ci sono due modalita’, i prestiti e i grants, cioe’ i finanziamenti a fondo perduto. Se dovranno esserci co-finanziamenti statali si vedra’. Ricordo che l’ultimo pacchetto approvato dal Parlamento ha previsto la soppressione dei cofinanziamenti nei fondi di coesione per il 2020 – sottolinea il presidente dell’Europarlamento -. Ma qui si apre una grande questione, che deve preoccuparci tutti: abbiamo bisogno di Paesi che siano pronti a spendere i soldi che arrivano. Sarebbe inconcepibile che stanziamenti di questa portata non trovassero una loro collocazione. Quindi in attesa che il Recovery Fund si materializzi, sarebbe bene che i Paesi si attrezzassero per essere capaci di spendere”. E spiega: “Credo che l’Italia debba prepararsi pianificando la spesa. Anche con aggiustamenti, rivedendo, correggendo o razionalizzando le procedure, il codice degli appalti, i meccanismi burocratici che spesso impediscono o rallentano l’accesso alle risorse europee. Non e’ solo un problema dell’Amministrazione pubblica, centrale o regionale, ma anche di quelle private. Il sistema bancario per esempio deve semplificare la propria burocrazia”.
(ITALPRESS).

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