ROSSI: “RICORSO CONTRO DL SICUREZZA È UN DOVERE”

“La Regione Toscana che mi onoro di presiedere domani farà ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Salvini. Lo farà perché può, come sancito dalla Costituzione all’art. 127 e lo farà perché deve, come terra di diritti umani e solidarietà. Riteniamo che il decreto sicurezza tocca direttamente e indirettamente le materie concorrenti. Quelle su cui, come prescrive l’art. 117 della Costituzione, abbiamo potestà legislativa come Regione. Vale a dire: l’assistenza sanitaria, il diritto alla casa e all’istruzione. Diritti essenziali che vanno garantiti senza distinzione di sesso, di razza e di religione”. Lo scrive su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

“A conferma di quel che dico ricordo infatti che su queste materie abbiamo appena legiferato, presentando a fine dicembre una legge per la tutela dei ‘diritti essenziali della persona umana’ – prosegue -. Ricorriamo alla Consulta quindi anche in forza di questo. Questo nostro ricorso, ne siamo certi, interpreta inoltre il sentimento di migliaia di Sindaci e servitori dello Stato, di milioni di donne e uomini cittadini italiani”.

“Ricorrano i Sindaci e gli altri Presidenti di Regione, ricorrano i richiedenti asilo. Si è aperto un varco per ristabilire il rispetto dei diritti umani. Questa non è propaganda e non è provocazione, ma è la certezza che la ferita inferta può essere riparata. Il Ministro degli Interni che, essendosi sino ad ora accanito con buon gioco sugli ultimi e sui più deboli, deve ancora dar prova del suo coraggio, non perda questa occasione e impugni la nostra legge regionale – conclude il presidente della Regione Toscana -. Si ricordi però che un suo alleato storico, il già premier Silvio Berlusconi, nel 2010, quando la Lega governava e faceva sanatorie con lui, impugnò un’altra nostra legge, gemella dell’attuale, perdendo dinanzi alla Consulta. La bestia d’odio che Salvini ha scatenato nel paese e le battute di caccia al ‘capro espiatorio’ che egli conduce in prima persona o per procura, potrebbero svelarsi presto per quello che sono: tigri di carta. Apparentemente terribili, ma in realtà impotenti”.

 

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