Rescissione con Mazzarri, il Torino a Longo

Si chiude l’era Mazzarri, comincia quella di Moreno Longo. L’allenatore toscano, che circa due anni fa era subentrato a Sinisa Mihajlovic alla guida del Toro, lascia il timone all’ex giocatore granata. Una notizia nell’aria già dopo lo 0-4 di domenica a Lecce ma l’ufficialità dell’avvicendamento è arrivata soltanto nella tarda mattinata di oggi, a causa delle lungaggini burocratiche rese necessarie dalla risoluzione del rapporto del club con l’allenatore livornese e per permettere al neo tecnico granata di sciogliere a sua volta il contratto che ancora lo legava al Frosinone. Nel pomeriggio c’è stata la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore, alla quale ha partecipato anche il presidente Urbano Cairo, il quale non ha potuto sottrarsi, ovviamente, alle prevedibili domande di rito sul cambio in panchina operato dopo le pesanti sconfitte subite da Belotti e compagni contro Atalanta e Lecce: “E’ stata una decisione sofferta per la stima che nutro nei confronti di Mazzarri, sia come allenatore che come uomo. In effetti l’anno scorso abbiamo fatto un grande girone di ritorno ed eravamo tutti soddisfatti. Quest’anno le cose sono andate diversamente. Nel girone di andata abbiamo fatto 27 punti, gli stessi dell’anno passato, ma abbiamo avuto un andamento altalenante, perdendo diverse partite”. “Abbiamo iniziato bene il nuovo anno, facendo una grande prova a Roma, ma poi c’è stata un’implosione evidente, che ha reso necessaria questa decisione, sulla quale eravamo concordi con lo stesso Mazzarri. I giocatori sanno che le cose adesso dovranno cambiare e bisogna che la squadra ritorni a esprimere il proprio potenziale, che nella passata stagione ci ha permesso di chiudere il campionato al settimo posto e di piazzarci davanti alla Lazio”. Sul perché la scelta sia caduta su Moreno Longo, Cairo risponde : “Avevamo un ottimo ricordo del lavoro fatto alla guida della Primavera, con la quale ha conquistato uno scudetto e una Supercoppa italiana. E’ giovane ed è granata fino al midollo, quindi per lui ritornare al Toro rappresenta il coronamento di un sogno”. Per l’ex allenatore della Primavera, che da calciatore è cresciuto nel vivaio del Filadelfia, si è dunque compiuto il passo alla guida della prima squadra del Toro, dopo le esperienze sulle panchine di Pro Vercelli e Frosinone: “Torino è una piazza che conosco molto bene, a cui ho dato e dalla quale ricevuto tanto. Allenare la prima squadra del Torino è un’opportunità che non potevo rifiutare”. Sulle domande tecniche relative al modulo preferisce sorvolare, così come al paragone con Simone Inzaghi, come lui allenatore dalla carta d’identità giovane, soffermandosi invece sugli aspetti morali di una squadra che è chiamato a risollevare, in modo di convincere la società a rinnovargli la fiducia a fine stagione. “Quello con Inzaghi è un accostamento lusinghiero, ma ogni tecnico ha la sua storia. Sia a Vercelli che a Frosinone ho adottato diversi moduli e ritengo che il modulo giusto sia quello che permette di esaltare maggiormente le caratteristiche dei giocatori. Ciò che pretendo dai miei giocatori fin da subito è la ‘garra’ in campo”. Ad affiancare Longo nella nuova avventura granata ci saranno il vice Migliaccio e i preparatori atletici Nava, Busolin e Solustri, mentre Di Sarno è stato confermato come allenatore dei portieri. Cambia invece la figura del team manager, che è passata ad Emiliano Moretti. Terminata la conferenza, Longo si è trasferito al Filadelfia per dirigere il primo allenamento. A presidiare il centro sportivo granata c’era un cordone di polizia, a conferma che il clima di contestazione verso la società e la squadra non si è ancora placato dopo l’esonero di Mazzarri.
(ITALPRESS).

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