Gaza, proteste a Gerusalemme per il mancato accordo con Hamas. Nuovi raid israeliani, altri 33 morti

ROMA (ITALPRESS) – Dall’alba di oggi, 33 persone sono state uccise a Gaza dagli attacchi israeliani. Lo riferiscono fonti sanitarie citate dalla tv del Qatar Al-Jazeera. Ventidue delle vittime si trovavano a Gaza City, mentre tre erano in fila per ricevere gli aiuti umanitari, aggiungono le fonti. Nelle ultime 24 ore, gli ospedali di Gaza hanno conteggiato 113 morti e 304 feriti, secondo i dati del ministero della Salute di Gaza, controllato dal gruppo terroristico Hamas.

A GERUSALEMME PROTESTE PER IL MANCATO ACCORDO CON HAMAS

Hanno preso il via oggi a Gerusalemme le proteste organizzate dai familiari degli ostaggi per chiedere al governo israeliano di concludere un accordo con Hamas per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza e rilasciare i 48 ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023. Alcuni manifestanti hanno appiccato il fuoco ai cassonetti della spazzatura fuori dall’abitazione del premier Benjamin Netanyahu, altri si sono barricati sul tetto della Biblioteca nazione, altri ancora stanno manifestando vicino al parlamento, la Knesset, mentre colonne di automobili stanno raggiungendo Gerusalemme da altre località di Israele. Le proteste andranno avanti per tre giorni. Decine di persone, tra cui attivisti dell’organizzazione “Brothers in Arms”, stanno manifestando fuori dalla casa di Gerusalemme del ministro degli Affari strategici Ron Dermer, chiedendo progressi su un accordo per il rilascio degli ostaggi. “Dermer si è assunto la responsabilità di restituire gli ostaggi e i risultati parlano da soli – un fallimento completo”, hanno dichiarato, “48 ostaggi contro zero risultati”. Secondo i manifestanti, “Il governo israeliano sta sabotando l’accordo sul tavolo, non avanzando un accordo globale e preferisce arrendersi agli interessi politici del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir”.

Il commissario di polizia Dani Levi ha parlato con il comandante del distretto di Gerusalemme dopo che la combustione di pneumatici e bidoni della spazzatura ha portato a un incendio in auto vicino alla residenza del primo ministro nella capitale, ordinandogli di “agire usando tutti i mezzi”. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha attaccato i manifestanti chiedendo il rilascio degli ostaggi e ha puntato il dito accusatorio contro il procuratore generale Gali Baharav-Miara: “L’ondata di incendi del terrorecon il sostegno e l’incoraggiamento del procuratore generale criminale che vuole bruciare il paese”. In una dichiarazione, la polizia ha sottolineato che appiccare incendi in spazi pubblici è un atto pericoloso e illegale che mette a rischio vite umane e proprietà: “La polizia israeliana consentirà a chiunque di esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione nell’ambito di una protesta legittima. Allo stesso tempo, la polizia non tollererà danni all’ordine pubblico, inclusi incendi di cassonetti della spazzatura, atti vandalici, blocchi stradali o qualsiasi altra azione illegale che metta a repentaglio la sicurezza pubblica o interrompa la vita quo”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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