POLITANO AL 94°, L’ITALIA BATTE GLI STATI UNITI A GENK

Matteo Politano all’ultimo respiro. Così come Biraghi in Polonia, l’attaccante dell’Inter segna al 94° la rete che regala la vittoria a un’Italia che continua ad avere il problema del gol. Tante occasioni, tantissime parate, molti errori sotto-porta, sembrava che la maledizione che da oltre un anno ci riguarda (nessun gol nel doppio spareggio contro la Svezia, nessuna rete nell’ultimo match di Nations League con il Portogallo) dovesse chiudere il 2018 della Nazionale senza gol. Ci ha pensato Politano in extremis e l’abbraccio finale della squadra dimostra quanto fosse importante vincere questo test, ma il problema resta: l’Italia ha difficoltà a segnare. E’ successo anche con gli Stati Uniti, nell’amichevole di Genk. La nazionale a stelle e strisce è crollata solo al 94° di fronte a un’altra Nazionale, quella azzurra, che sta lavorando per rinascere dopo la mancata qualificazione al Mondiale, che dà segnali di crescita, ma che continua a confermare i problemi in fase realizzativa. La serata belga rimarrà nella storia per il debutto di Moise Kean, primo giocatore del 2000 a esordire in azzurro. Prima volta anche per Sensi e Grifo, mentre è rimasto in panchina Tonali.
Entusiasmo sugli spalti della Luminus Arena già dagli inni nazionali. Genk, dove è corposa la comunità italiana, è tutta per gli azzurri che scendono in campo con l’ormai classico 4-3-3, anche se Roberto Mancini cambia per 7/11esimi i titolari rispetto alla gara con il Portogallo. Gli unici confermati sono Bonucci, Verratti, Barella e Chiesa. Tra i pali c’è Sirigu, linea difensiva composta da De Sciglio, Acerbi, Bonucci (capitano) ed Emerson, in mezzo debutta Stefano Sensi in regia, ai suoi fianchi Verratti e Barella, quindi il tridente Chiesa-Lasagna-Berardi. Usa in campo con il 3-5-2, in attacco Sargent e il talento del Borussia Dortmund Christian Pulisic.
In panchina Timothy Weah, figlio di George. Cambiano gli interpreti, non il tema tattica. L’idea di gioco di Mancini si vede, piace, sembra efficace, ma resta il problema del gol. Le occasioni arrivano, nei primi 10 minuti Chiesa ne ha due, sulla prima è bravo Horvath a chiudere lo specchio della porta, mentre è larga la seconda conclusione. Bene anche Sensi in cabina di regia, così come è positivo il lavoro degli esterni d’attacco con Chiesa che, al 14°, mette in mezzo e Berardi che sfiora il gol di testa. Pochi palloni per Lasagna che però partecipa alla manovra. Resta il problema del gol e allora ci prova capitan Bonucci, ma Horvath è pronto. Gli Usa non riescono a impensierire Sirigu, ma tengono botta in difesa e quando l’Italia trova gli spazi giusti, trova anche il portiere statunitense a difendere bene i suoi pali. E’ bravo sul sinistro a girare di Berardi, ancora di più al 44° sulla punizione di Verratti che filtra tra vari giocatori, ma che non beffa Horvath pronto a respingere in tuffo. Il primo tempo finisce 0-0, niente gol e quattro cartellini gialli (tre per gli americani, 1 per De Sciglio).
Nella ripresa Mancini fa debuttare Vincenzo Grifo, tedesco di origini siciliane che rileva Chiesa. L’Italia continua a fare la partita e a cercare il gol, ma Verratti sbaglia di testa al 52° e Lasagna, al 59°, raccoglie uno splendido assist di Bonucci ma, pressato da un difensore, non riesce a battere Horvath ancora una volta bravo a chiudere lo specchio della porta. C’è spazio per un altro debuttante: tocca a Moise Kean, classe 2000, che prende il posto di Berardi e che entra nella storia come primo millenial azzurro. Si vedono gli Usa in avanti e danno a Sirigu l’occasione di mettersi in mostra con un grande intervento d’istinto sul colpo di testa ravvicinato di Zimmerman al 63°. Quattro munuti dopo l’arbitro Cakir decide che è meglio continuare 11 contro 11 e di non ammonire per la seconda volta Cannon dopo il fallo su Emerson. Buono l’impatto di Grifo che al 25° con un bel destro a girare impegna in angolo l’insuperabile Horvath. L’Italia continua a provarci, con Kean e Lasagna (sinistro alto da ottima posizione all’85°). Sembra che non ci sia niente da fare, ma al 94° Politano trova il varco giusto per chiudere il 2018 azzurro con un gol e una vittoria che conta poco solo sulla carta.
(ITALPRESS).

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