Petrucci “Giusto fermarsi, quota italiani non si tocca”

“Il tempo ci ha dato ragione sulla chiusura della stagione” e “Il numero dei giocatori italiani non si tocca”, queste le due certezze che il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, fissa in un’intervista rilasciata a “La Stampa”. Il numero 1 del basket italiano parte dalle considerazioni di Umberto Gandini che chiede di “ragionare senza pregiudizi” sulle quote di stranieri e italiani. “La questione, che si riflette anche sulla Nazionale, è importante. Parlo quasi tutti i giorni con Gandini, ma voglio essere chiaro: gli italiani devono giocare e il numero dei nostri giocatori rimane un punto fermo. Si può cambiare qualcosa sul sistema d’impiego e parlare anche di squadre con meno italiani, compensate da altre che ne avranno di più. A patto che la quota complessiva resti perlomeno inalterata. Voglio solo il giusto cocktail tra italiani e non dentro le regole. Gli statuti delle federazioni recitano la tutela del patrimonio nazionale. C’è anche una delibera del Consiglio Nazionale del Coni, di quando ero presidente, sulla diminuzione degli stranieri e sulla quantità di visti per gli extracomunitari. Parecchi italiani, impiegati e impegnati con un minutaggio maggiore, non si sono dimostrati inferiori a tanti stranieri”.
L’idea di Cremona “Club Italia” con solo due non italiani agli ordini del ct Sacchetti farebbe contento Petrucci: “Sarebbe un bell’esempio”, dice il presidente della Fip che assicura che il basket non pensa di uscire dal professionismo: “Significa una maggiore tassazione, ma anche un riconoscimento d’importanza e serietà agli occhi dello Stato. Dopo che la Comtec ci dirà le iscrizioni in A e A2, vorrei parlare con i proprietari dei club di una riforma sulle competizioni giovanili. Il mio pallino resta una sorta di campionato Primavera, magari organizzato dalla Lega”. Le basi solide per la partenza secondo Petrucci sono: “Essere tutti d’accordo sulle novità da apportare ai campionati, sulle misure per riammodernare i palazzetti e sperare che il Governo aiuti davvero lo sport, quello professionistico in testa. Vedo grande impegno e disponibilità da parte del ministro Spadafora e del suo Gabinetto. Credo molto nel nuovo presidente di Sport e Salute: il curriculum di Vito Cozzoli parla da solo”. Petrucci ha anche guidato, oltre che il Coni, anche il calcio italiano che, con il numero 1 della Figc, Gabriele Gravina, sta lottando per riprendere. “Alla fine presumo che ci sarà un punto d’incontro, non so in quale direzione. Tutti amiamo il calcio, ma non accetto che si seguiti a dire che finanzia tutto lo sport: non il basket. Non invidio la posizione di Gravina, sta facendo gli interessi della Federcalcio e non posso criticarlo”.
(ITALPRESS).

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