Perfumo “Testo unico su welfare aziendale”, Leonardi “No, bene così

“C’è bisogno di fare un tagliando al welfare aziendale”. Alberto Perfumo, fondatore e ad di Eudaimon, lo sostiene alla presentazione del terzo Rapporto Censis-Eudaimon. “Dopo quattro anni dalla Legge di Stabilità che ha dato l’avvio a questo fenomeno c’è bisogno di un indirizzo aggiornato anche a livello normativo”. Perfumo è preoccupato dallo stillicidio di interpelli all’Agenzia delle Entrate, che generano un mosaico di risposte che rischiano di non dare visione e coerenza. “Non c’è una norma unica e questo non va bene. Ci si riferisce alle vecchie norme del TUIR, emendate dalle leggi di Stabilità 2016 e 2017, si fa riferimento alle norme sulla conversione dei premi di risultato, ma si naviga spesso a vista, con incoerenza”. Contrario alla tesi di Perfumo è Marco Leonardi, uno dei padri delle norme sul welfare aziendale del 2016, quando era consulente economico della Presidenza del Consiglio, oggi è consulente del Mef. Realismo politico e pragmatismo gli fanno dire: “Teniamoci le norme che ci sono, l’importante che non vengano tolte, manomesse, o disapplicate. Non mi sembra che ci sia il clima per mettere mano al quadro normativo del welfare aziendale. E non ne sento il bisogno”. Sottotraccia si legge il timore di preparare un terreno sul quale possano emergere più divisioni che condivisioni all’interno di una maggioranza che limita spesso e su tutto.
Ivana Galli, segretario confederale Cgil, durante il dibattito seguito alla presentazione del Terzo Rapporto Eudaimon-Censis, ha dato voce alle perplessità sul tema del welfare aziendale. Per Galli e per buona parte della Cgil – non da oggi – il welfare aziendale è uno strumento di disparità e diseguaglianza. “Bisogna rivedere la legislazione sul lavoro, che è stata manomessa”. Il timore di Leonardi è evidente: proporre una nuova norma sul welfare oggi sarebbe come aprire un vaso di Pandora, che potrebbe produrre più danni che vantaggi. Resta il disagio di chi opera con successo in questo mercato – come Eudaimon – e che vorrebbe una guida normativa più sicura e coerente, che non costringa a improvvisare soluzioni che possono mettere le imprese – sia chi fornisce servizi, sia chi ne usufruisce – in quella zona di penombra che non favorisce scelte e programmazioni.
(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

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