PARIS NON BISSA, JANSRUD ORO MONDIALE IN DISCESA

Anche se dentro monta un po’ di rabbia, ci si può inchinare a chi è stato più bravo. Dominik Paris, neo campione del mondo in superG, finisce fuori dal podio in discesa ad Are, dopo una gara disputata in condizioni proibitive: non deve aspettare per saperlo, perché quando arriva al traguardo è già fuori dai primi tre e il suo primo pensiero, allora, è stringere la mano ad Aksel Lund Svindal, il fuoriclasse norvegese all’ultima gara della propria carriera. La chiude arrivando secondo, dietro appena due centesimi al compagno di squadra Kjetil Jansrud, per una doppietta che sa di favola e che giustamente farà impazzire il popolo vichingo. L’Italia aveva già festeggiato mercoledì e anche senza medaglie la discesa mondiale di Are è stata comunque positiva. Paris parte fortissimo e al primo intermedio fa segnare il miglior tempo, poi finisce lungo in curva poco dopo, perde velocità e non riesce più a recuperare. Del resto l’aveva detto: in una discesa così corta era vietato commettere errori, proprio per le difficoltà di rimontare. Le condizioni in cui si è gareggiato, poi, non lo hanno aiutato e in generale hanno fatto bene allo spettacolo: prima la nebbia che ha ritardo la partenza alle 13.30, con lo start confermato a quello del superG come si era ipotizzato alla vigilia, poi la neve che cadeva fitta riducendo la visibilità. Così sbagliare era più facile. Paris torna a casa comunque con un sesto posto a 74 centesimi da Jansrud e a 41 dal bronzo di Vincent Kriechmayr, l’austriaco che conquista due medaglie in pochi giorni dopo l’argento in superG. Christof Innerhofer è andato giù quando la visibilità stava leggermente migliorando, si è difeso nella parte alta poco adatta alle sue caratteristiche, poi proprio nella parte centrale non è riuscito a fare la differenza e un errore ne ha di fatto compromesso la gara facendolo scivolare fuori dalla top ten. Chiude undicesimo, davanti ai compagni di squadra Matteo Marsaglia e Mattia Casse, con l’atleta romano che finisce 13° e riscatta la delusione del superG su una pista che comunque non gli è congeniale. Casse non si ripete sui livelli eccezionali di mercoledì, ma pur sbagliando non molla e riesce a stare nella top 20. Per liberare definitivamente la propria gioia, Kjetil Jansrud ha dovuto penare un po’ per la scelta ribelle di Hannes Reichelt di rifiutare il numero 1 e scendere in pista con il 45. Con un atleta di quel livello ancora in gara, era impossibile pensare di aver già vinto. Ma l’austriaco non fa l’impresa, passando in testa al primo intermedio ma rischiando la caduta subito dopo, e alla fine Jansrud può gioire. Soltanto 18 giorni fa aveva rimediato una frattura a due dita della mano sinistra cadendo in prova a Kitzbuehel e nel superG aveva dato l’impressione di fare ancora parecchia fatica. Invece fa una gara perfetta e riesce a beffare anche il suo “capitano” Svindal: un’impresa, considerando che in questa stagione non era mai salito sul podio in discesa e che non lo aveva mai fatto neppure ai Mondiali in questa specialità, mentre alle Olimpiadi ci è riuscito due volte, compreso il recente argento di PyeongChang. Ma l’impresa la fa anche Svindal, perché a 36 anni conquista la nona medaglia iridata: ad Are aveva trionfato in discesa nel 2007 e dodici anni dopo è ancora sul podio. Un fuoriclasse che mancherà allo sci. E anche a Paris.

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