ROMA (ITALPRESS) – “A ottant’anni dall’istituzione della FAO, la nostra coscienza deve interpellarci ancora una volta di fronte al dramma – sempre attuale – della fame e della malnutrizione. E’ un problema alla cui soluzione dobbiamo tutti partecipare vedendo nella sofferenza degli altri qualcosa di proprio. Chi soffre la fame non è un estraneo. È mio fratello e va aiutato senza indugio”. Cosi Papa Leone XIV nel suo discorso alla FAO. E’ necessario mobilitarci “in uno spirito di solidarietà, affinché nel mondo non ci sia nessuno a cui manchi il cibo. In questo modo, si porrà fine a una situazione che nega la dignità umana, compromette lo sviluppo, costringe le persone a lasciare le loro case e ostacola la comprensione tra i popoli”, aggiunge.
“Gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l’uso del cibo come arma di guerra contraddicendo tutto il lavoro di sensibilizzazione portato avanti dalla FAO in questi otto decenni. Sembra sempre più lontano quel consenso espresso dagli Stati che considera la fame deliberata un crimine di guerra, così come l’impedire intenzionalmente l’accesso al cibo a intere comunità o popoli – ha detto il pontefice – Alcuni anni fa, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite” ha condannato e stigmatizzato “l’uso della fame inflitto ai civili come arma di guerra. Questo sembra dimenticato perché – osserva -, con dolore, siamo testimoni del continuo uso di quella strategia crudele che condanna uomini, donne e bambini alla fame negando loro il diritto più elementare: il diritto alla vita”.
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