Notte della Taranta 2023, Fiorella Mannoia la maestra concertatrice

BARI (ITALPRESS) – Sarà Fiorella Mannoia la maestra concertatrice dell’edizione 2023 del Concertone della Taranta, in programma il 26 agosto a Melpignano, nel Leccese. L’annuncio ufficiale è arrivato questa mattina a Bari, nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sala di Jeso del palazzo della Presidenza della Regione Puglia, a cui hanno partecipato il governatore Michele Emiliano, la stessa Mannoia, la consigliera regionale con delega alla Cultura Grazia Di Bari, il direttore del Dipartimento regionale Turismo e Cultura Aldo Patruno, il presidente della Fondazione La Notte della Taranta Massimo Manera e il sindaco di Melpignano Valentina Avantaggiato.
“Fiorella Mannoia – ha affermato il presidente Emiliano – è una delle artiste più identitarie del panorama musicale italiano e internazionale, nonchè una persona di straordinaria qualità, che ha interpretato il suo ruolo con libertà e indipendenza, senza mai rassegnarsi ai luoghi comuni dello star system. E’ quindi una personalità che si adatta molto alla nostra Notte della Taranta, un luogo di libertà, di identità, ma anche di indipendenza dalle banalità. Sono molto felice, confesso anche che è una delle mie artiste preferite. Ha cantato alcune delle canzoni più belle dedicate alle donne, che ne interpretano il ruolo insostituibile. Gli uomini dovrebbero abbassare lo sguardo di fronte a questa grande umanità al femminile”.
“La Notte della Taranta – ha proseguito il presidente – è un simbolo della Puglia prima di tutto a livello culturale e musicale. Poi, indirettamente, come ogni evento culturale di grande respiro, ha anche un effetto turistico molto positivo. L’elemento del turismo e quello della cultura, per noi, si tengono sempre”.
“Mi piacerebbe – ha raccontato Fiorella Mannoia – fare una Notte della Taranta al femminile, per sottolineare le storie di donne. Quelli della tradizione popolare sono sempre stati canti apparentemente leggeri, che nascondevano però dentro di loro parole di lavoro, di abuso, di sfruttamento. Raccontavano le condizioni della donna del loro tempo e, come si evince anche dalle mondine piemontesi, nascondevano sempre una certa voglia di denuncia. Penso quindi che abbiamo il dovere di preservare la nostra tradizione: se non sappiamo da dove veniamo, non sappiamo neanche dove andiamo. Un Paese senza cultura, che tralascia questo aspetto fondamentale, commette un errore, perchè è proprio la cultura che unisce i popoli e ci fa riconoscere l’un l’altro. E’ uno scambio che ha nutrito l’Italia, che è un meticciato generale: noi risentiamo della contaminazione araba, spagnola, greca. Dobbiamo sottolineare questo, sarà il mio obiettivo in questa Notte della Taranta, in cui daremo ovviamente spazio alla parte percussiva”.
foto xa2 Italpress
(ITALPRESS).

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