Mondo sport critica riforma, Spadafora “Ma legge va avanti”

Db Milano 30/05/2017 - premio 'Rosa Camuna' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giovanni Malago'

Con un voto compatto, quasi unanime, il mondo dello sport prende una posizione forte sul Testo unico di riforma, la legge delega da oltre un anno sul tavolo del Governo, arrivata ormai nella fase decisiva. A larghissima maggioranza, con le sole astensioni degli Enti di promozione sportiva e di due federazioni (tennis e nuoto), il Consiglio nazionale del Coni ha approvato un documento fortemente critico nei confronti della bozza presentata dal ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora e ancora in discussione tra le forze di maggioranza. “Fermo restando alcuni temi di politica sportiva fondamentali per l’intero movimento, che trovano finalmente trattazione e approfondimento – si legge nel documento votato dal Consiglio riunito al Salone d’Onore di Palazzo H, al Foro Italico – purtroppo il Testo Unico risulta in altre parti disarmonico, creando sovrapposizioni, duplicazioni e dispersioni di risorse, attribuendo compiti e ruoli a soggetti estranei all’ordinamento sportivo, con grande danno alla funzionalità di tutti gli enti interessati”.
In cinque pagine il documento pone l’accento su alcuni temi dimenticati o non sufficientemente approfonditi dalla legge delega secondo il mondo dello sport italiano: dalla scuola al problema delle palestre, dall’autonomia del Coni all’aiuto necessario per le società e le associazioni sportive dilettantistiche. Per il Consiglio del Coni, il tema ‘educazione fisica nella scuola in ogni ordine e gradò è il grande assente: al riguardo una delle priorità individuate e suggerite è l’assunzione di “12.000 laureati in ‘Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattivè o in ‘Scienze e tecniche dello sport’ per integrare al meglio l’offerta formativa alle giovani generazioni della pratica dello sport, oggi di fatto a carico solo dell’associazionismo sportivo”. Al contempo, osserva il documento, bisogna “risolvere in tempi certi e rapidi il problema delle palestre scolastiche in uso alle migliaia di associazioni e società sportive dilettantistiche, che altrimenti cesserebbero le loro attività con effetti disastrosi per l’intera società italiana”.
Proprio per l’attività di base, il Consiglio chiede al Governo di “programmare per il prossimo triennio uno stanziamento pari al raddoppio dell’attuale cifra prevista dal finanziamento allo sport (al momento il 32% delle entrate fiscali generate dal settore con un minimo di 410 milioni di euro, ndr). La differenza tra l’attuale stanziamento ordinario e la misura invocata – precisa il testo – deve essere interamente destinata alle associazioni e società sportive dilettantistiche attraverso gli organismi di loro affiliazione”. Da ultimo, ma non meno importante, il tema dell’autonomia del Coni, “violata” dalla legge voluta dall’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Un argomento sul quale il Comitato olimpico internazionale vigila con attenzione ed è pronto a intervenire, come fatto presente nella nuova lettera inviata l’11 settembre al ministro Spadafora da James Macleod, direttore delle relazioni istituzionali e dei rapporti con i comitati olimpici nazionali.
“La situazione attuale sta stravolgendo l’attività quotidiana del Coni e mettendo a rischio anche la preparazione per i Giochi di Tokyo – osserva il Cio – Pertanto ora è necessario trovare una soluzione pratica, senza ulteriori ritardi, per porre rimedio all’effettiva violazione della Carta Olimpica. Il Comitato Esecutivo mi ha chiesto di riferire nella prossima riunione in programma a inizio ottobre, dunque confidiamo di ricevere aggiornamenti per quella data in modo da evitare ogni ulteriore azione”. “A livello personale ho sempre avuto una buona interlocuzione con il Governo e in particolare con lo staff del ministro – ha spiegato Malagò – Il problema è che le istanze non hanno sortito effetto: se noi da quasi due anni non abbiamo una pianta organica e se poi ci viene data in modo insufficiente, questo ci dispiace”. Nel documento votato il mondo dello sport si dice “pronto a ogni forma di azione per il raggiungimento degli obiettivi indicati e dà mandato al Presidente e alla Giunta di stabilire le modalità e i tempi in rapporto alle risposte che arriveranno dal Governo”. “Faremo tutto ciò che può essere utile per sensibilizzare chi decide – ha spiegato Malagò – ma escludo lo sciopero, non fa parte del mio modo di essere”.
Di sicuro i tempi sono stretti: il Cio aspetta una risposta entro dieci giorni, ma la stessa legge – per arrivare in porto entro il mese di novembre – deve essere licenziata dal Consiglio dei ministri in tempi celeri per poi effettuare i passaggi previsti (Conferenza Stato-Regioni e pareri delle commissioni parlamentari). In attesa di approfondire il documento ricevuto dal Coni e poi incontrare le forze di maggioranza per l’ennesima riunione, in programma la prossima settimana, Spadafora non fa comunque passi indietro e “rassicura” il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, che nel motivare il suo voto favorevole al testo votato dal Consiglio nazionale si è detto “dispiaciuto di vedere che la legge delega sembra desinata a finire su un binario morto”. “Ho massimo rispetto per i lavori del Consiglio – ha commentato il ministro – Sono costretto a spegnere le speranze di chi si augura che la legge si fermi o sia su un binario morto: stiamo procedendo nei tempi previsti, scioglieremo all’interno della maggioranza i pochi nodi ancora da chiarire e sono certo che in Consiglio dei ministri porteremo un testo condiviso e lungamente atteso dalla maggioranza dei lavoratori sportivi”. Tra questi anche gli atleti che, tramite la voce della presidente della Commissione nazionale Raffaela Masciadri, hanno smentito la posizione presa nei giorni scorsi da alcune limitate rappresentanze sindacali, sposando invece appieno il documento critico del Coni sulla legge delega.

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