MAFIA, NEL 2017 SCIOLTI 21 COMUNI

Prosegue il corso dal titolo “Contrasto alla criminalità mafiosa”, organizzato dall’Università degli Studi di Palermo con responsabili scientifici i professori Angelo Cuva e Salvatore Costantino. Il corso è aperto agli studenti universitari, alle scuole e ai membri degli ordini professionali del territorio. L’ultima lezione, sul tema “Prevenzione amministrativa e repressione”, si è tenuta nella Sala delle Capriate di Palazzo Steri. Il rettore Fabrizio Micari, assente per motivi istituzionali, ha portato i suoi saluti attraverso il professore Enrico Camilleri.

“Questo seminario tocca un tema delicato e accende i riflettori su una vera patologia – dice   Cuva, curatore dell’incontro, che aggiunge: “I dati sugli scioglimenti dei consigli comunali sono ancora molto alti: dal 1991 all’aprile 2018 si contano 308 scioglimenti; nel 2017 si è avuta un’impennata con 21 amministrazioni di Comuni italiani sciolti per mafia. Le infiltrazioni della criminalità organizzata si contrastano non solo con l’azione repressiva, ma con una attività di prevenzione e di trasparenza. Ci vuole la promozione di un forte spirito civico”.

Dello stesso avviso Costantino, altro curatore scientifico del corso, che aggiunge: “L’economia illegale in Sicilia è pari a quasi il 20 per cento del Pil dell’Isola. Occorre prevenire la corruzione, non bastano soltanto le operazioni giudiziarie”. Ignazio Gibilaro, comandante della Regione Sicilia della Guardia di Finanza, si concentra sul fatto che il contrasto alla criminalità e alla corruzione deve riguardare non solo l’aspetto penale, ma anche quello amministrativo. “Le mafie si infiltrano nei soggetti pubblici del territorio, si impossessano di intere filiere produttive e commerciali. E’ lì che dobbiamo colpirle”, dichiara Gibilaro.

Leonardo Agueci, già procuratore aggiunto di Palermo, oggi presidente della Fondazione Progetto Legalità Onlus, ha detto: “Da magistrato ho lavorato nel contrasto della criminalità organizzata. Tutti i reati hanno subito una rivoluzione normativa che non sempre è stata felice: la riforma della prescrizione dei reati ha riguardato un numero incalcolabile di soggetti che hanno compiuto reati poi prescritti. Spesso nelle intercettazioni si registrava la soddisfazione di chi delinque”.

Nell’incontro di Palazzo Steri ha esposto la propria relazione il prefetto di Palermo, Antonella Di Miro. Nel campo della lotta alla mafia, il prefetto non nasconde il fatto che “il quadro normativo faticosamente fa dei passi avanti e dei passi indietro e, a volte, è stato timido nella lotta alla mafia”. De Miro ha poi ricordato il sacrificio del prefetto Dalla Chiesa e di Pio La Torre, di cui proprio il 30 aprile ricorre l’anniversario dell’omicidio avvenuto nel 1982, un anno dopo in cui De Miro inizia la sua carriera in prefettura.

Sul tavolo dei relatori anche il prefetto Ignazio Portelli: “In Calabria il Comune di Platì ha il record di essere stato sciolto quattro volte per infiltrazioni mafiose. Gli elementi del potere delle mafie – precisa Portelli – sono, in reatà, quattro poteri:. il potere della viloenza, il potere economico finanziari, quello potre di uomini, di energie umane, e il potere politico. Le persone grigie, ambigue, pronte al compromesso rappresentano la parte che rende più difficile le operazioni di contrasto”.

Mauro Carrozzo, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Palermo, dopo avere detto che con le loro investigazioni le forze dell’ordine sono gli occhi dello Statosu territorio, ha sottolineato un dato: “Dal 2011 al 2017 l’Arma dei Carabinieri ha proposto alla Prefettura di Palermo ispezioni a undici comuni della zona, nove dei quali sono stati poi sciolti per mafia”.

Claudia Ferrari, procuratore presso la Procura della Repubblica di Palermo, ha infine evidenziato che “le cifre sul reato di corruzione molto sconfortanti. Occorre ancora fare molto”.

Il corso tenuto a Palazzo Steri è stato organizzato dall’Università degli Studi di Palermo e dal Comando Regionale Siciliano della Guardia di Finanza, con il patrocinio del Pontificio Collegio della Cultura e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo. Tra i partner: l’Arcidiocesi di Palermo, la Fondazione Progetto Legalità e il Progetto Policoro.

 

 

 

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