Luzi “Carabinieri sempre al fianco degli italiani anche in pandemia”

ROMA (ITALPRESS) – “I Carabinieri sono patrimonio degli italiani fin dal 1814. Il rapporto sinergico, la vicinanza e la dedizione al servizio sono la massima espressione dell’Arma anche nei momenti di grande difficoltà. Durante i momenti più duri della pandemia e di grande crisi nazionale, quando il sentimento della paura era dominante, le 5.400 stazioni territoriali e forestali sono rimaste tutte aperte. Il segnale era quello di poter contare su di noi”. Così Teo Luzi, comandante generale dei Carabinieri, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “La sicurezza è in continua evoluzione in ragione alle forme di criminalità o al tipo di minaccia. Il tema di fondo molto importante è quello della percezione della sicurezza – spiega il generale Luzi -. Trent’anni fa la sicurezza nazionale era minata dal terrorismo nazionale, internazionale e dalla criminalità organizzata. Tra attentati allo Stato e non solo e sequestri di persona non si viveva tranquilli. Oggi questi fenomeni non ci sono più però i cittadini si sentono meno sicuri per varie ragioni: ci sono maggiori pretese di funzionalità dello Stato o a causa dei messaggi internazionali di terrore”.
“È importante manifestare vicinanza alla gente, anche tramite segnali di rassicurazione sociale, un modo ulteriore per avvicinare le persone alle Istituzioni. I crimini poi – continua – sono cambiati, quelli informatici sono notevolmente aumentati, la minaccia in rete va dall’hackeraggio alla truffa fino al terrorismo internazionale”.
Il rapporto tra istituzioni e giovani “ritengo che debba essere privilegiato, sono loro i nuovi cittadini attivi, il nostro futuro. Dobbiamo dialogare con loro e ascoltarli – sottolinea Luzi -. Questo vale per ogni cittadino che a sua volta deve rispettare le regole. Nella galassia No Green pass c’è chi è profondamente convinto, chi preoccupato e chi ha una visione diversa della società diversa. C’è poi chi strumentalizza questo mondo, fatto anche di gente per bene. Certamente le manifestazioni di piazza che si sono trasformate in violenza non sono accettabili in un Paese democratico, al di là del colore politico. Le regole servono per garantire tutti e il Green Pass va visto in quest’ottica”.
Il comandante generale fa poi chiarezza sui numeri che riguardano l’Arma: “I Carabinieri sono 108mila, stamattina 46 in tutta Italia non sono stati ammessi perché non avevano il Green Pass o il tampone. Tra quelli che alloggiano in caserma invece, solo 6 ne erano sprovvisti”.
Rispetto al pericolo di infiltrazione criminale circa l’utilizzo delle risorse del Recovery, il comandante generale spiega che “il tema è importante e non va sottovalutato. Abbiamo una legislazione tra le più avanzate a livello internazionale, dal punto di vista dell’associazione per delinquere, per i sequestri e le confische patrimoniali, abbiamo strutture investigative di forte capacità. Siamo attenti e organizzati per tutelare queste risorse che devono andare agli italiani onesti. In alcuni casi le Procure Distrettuali hanno già avviato delle indagini”.
Luzi parla poi dell’intervento dell’Arma per combattere il femminicidio, “un reato odioso che si è accentuato durante la pandemia. Abbiamo organizzato le caserme per accogliere donne e bambini e metterli nelle miglior condizioni per denunciare ed essere tutelati. Abbiamo fatto anche delle proposte normative per cercare di migliorare questo settore, molto è stato fatto e molto c’è ancora da fare”.
L’Arma è cresciuta molto anche in termini di tutela ambientale: “Sono 7000 i Carabinieri forestali che lavorano per salvaguardare un patrimonio così importante, di incredibile biodiversità, di aree climatiche, di bellezza e valore intrinseco. Un settore che può essere portato sul piano internazionale, lavoriamo con l’Unesco, l’Onu e faremo accordi anche con la Fao, per mettere una cultura italiana di alto livello a disposizione di altri paesi”. Luzi poi spiega l’impegno dell’Arma sul piano internazionale: “Vi sono tre aree di intervento: cooperazione internazionale sui temi droga e sicurezza pubblica; operazioni militari e poi l’organizzazione e la formazione della Polizia nei Paesi che ci chiedono collaborazione. Un esempio è quello del Rwanda o della polizia palestinese in Cisgiordania. I Carabinieri lavorano in materia di ordine pubblico, tecniche di rispetto dei diritti umani, del gender, con il consenso dei palestinesi, degli israeliani e delle autorità Usa nell’area. Un piccolo contributo alla pace”.
In conclusione il comandante Luzi si rivolge alle nuove generazioni: “Uno dei traguardi che mi piacerebbe conseguire è quello di avvicinare i Carabinieri ai giovani, trovare il linguaggio per fargli capire che le Forze di sicurezza lavorano per loro”.
(ITALPRESS).

 

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