L’Italia si riappropria di 821 reperti storici trafugati

ROMA (ITALPRESS) – Sono 821 i reperti archeologici recuperati e rimpatriati a seguito della conclusione di un lungo negoziato con i liquidatori della Symes Ltd, una società di diritto inglese in liquidazione, appartenuta al mercante d’arte, Robin Symes, che si è in realtà rivelato un trafficante di beni culturali. L’attività di recupero di questi beni, rinvenuti in passato in scavi clandestini all’interno del territorio italiano, è stata avviata nel 2007 e si è svolta tramite le indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Gli inquirenti sono stati coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, che ha lavorato per contrastare il traffico internazionale di beni culturali, che è poi sfociat anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato.

I reperti sono databili tra l’VIII secolo a.C. e l’epoca medievale, per un valore di 12 milioni di euro, e offrono uno spaccato delle molteplici produzioni dell’Italia antica e delle isole, riflettendo al contempo la lacerazione insanabile subita dai numerosi e diversificati contesti archeologici oggetto di depredazione, concentrati in particolare nell’ Etruria e nella Magna Grecia. Tra i pezzi più pregiati, un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico dell’orientalizzante etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale. Risalenti all’epoca romana alcune teste virili in marmo di età imperiale, varie porzioni di statue e gruppi bronzei, o, ancora, il dipinto parietale con raffigurazione di tempietto strappato con ogni probabilità da una residenza vesuviana.

Ci sono anche 26 collane ricomposte, armi, utensili, suppellettili, sarcofagi, oggetti votivi. Inoltre, altri 71 reperti, che adesso sono negli Stati Uniti, verranno recuperati nei prossimi giorni dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. “Le indagini sull’arte non finiscono mai, perché l’arte, soprattutto italiana, è sempre stata depredata per anni e continua ad esserlo. E non dobbiamo arrenderci. Non è finita qui. Sappiamo che contiamo su delle spalle molto larghe del Ministero della Cultura” ha detto il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Vincenzo Molinese. Il Comandante ha anche chiarito il ruolo di Symes: un soggetto che ha svolto tra la Svizzera, hub di passaggio dai paesi sorgente come Italia e Grecia, e Londra il commercio illegale tramite un mercato globale attingente dalle attività di scavo ed esportazione illecita dei beni trafugati. Ed è così che ha indirizzato il focus su un sistema di cosiddette Archeomafie, ossia di compagini articolate e divise in vari compiti.

Secondo il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “dobbiamo affermare il principio della legalità internazionale rispetto alle opere d’arte, che non possono diventare oggetto di attività illecite e di archeomafie. Il mercato illegale deve essere stroncato. Anche perché stiamo favorendo la circolazione legale delle grandi opere attraverso le mostre”. “Abbiamo un sistema collaudato – aggiunge -, che si sviluppa sempre di più, di grandi mostre promosse dalle Istituzioni che consente una circolazione legale. In queste operazioni di recupero ho notato una certa intelligenza di azione e di opera di individuazione della matrice illegale. Poi ci vuole l’intelligenza e il lavoro diplomatico per portare all’interno queste opere e mi fa piacere la collaborazione con la Grecia”. Infine conclude con un input rivolto ai vari funzionari: “Quello che viene recuperato non deve finire nei depositi ma deve essere immediatamente musealizzato e diventare fruibile, o dandolo a musei già collaudati oppure progettando ad hoc delle iniziative per il pubblico, per coloro i quali vogliono apprezzare la bellezza e la cultura”.

foto xl5 Italpress
(ITALPRESS).

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