Liste d’attesa, Salutequità “Piattaforma ancora lontana dai cittadini”

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ROMA (ITALPRESS) – “La Piattaforma nazionale delle liste d’attesa non parla ancora la lingua dei cittadini”. A sostenerlo è Tonino Aceti, Presidente Salutequità che, nel suo nuovo editoriale, spiega che “la Piattaforma Nazionale Liste di Attesa, istituita con Legge 107/2024 e disciplinata dal Decreto del Ministero della Salute del 17 febbraio 2025, nasce per centrare almeno due grandi obiettivi del SSN: il primo è quello di rafforzare il governo delle liste di attesa mediante la messa in pista di un sistema di monitoraggio capillare dei tempi di attesa e di altri indicatori correlati su tutto il territorio nazionale, in grado di fotografare per la prima volta lo stato reale dell’accesso alle cure; il secondo, garantire un più alto livello di trasparenza del SSN su un tema che da sempre presenta elementi di profonda opacità agli occhi dei cittadini. Proprio su quest’ultimo obiettivo il Decreto afferma che “Cittadini e Associazioni potranno accedere in maniera trasparente a dati in tempo reale sul monitoraggio e verificare gli indicatori predisposti per i tempi di attesa”, e ancora prevedendo che i cittadini sono i “principali beneficiari del progetto” poichè “possono consultare le informazioni fornite dal Portale della Trasparenza””. Per Aceti, “se questo è l’intento dichiarato dalle norme, al contrario, secondo l’analisi svolta dall’Osservatorio Salutequità il risultato prodotto dalla Piattaforma nazionale, almeno sino ad oggi, è ancora lontano dal raggiungere l’obiettivo delineato dal legislatore. Potremmo dire, guardandola con l’occhio del cittadino, che a oggi “la montagna ha partorito un topolino”. Ecco perchè. In primo luogo, sottolinea il presidente Salutequità, “se da una parte i dati avrebbero dovuto essere pubblicati in tempo reale, così come previsto dalle norme, dall’altra la piattaforma, al 9 luglio 2025, è ancora inchiodata ai dati di maggio 2025, cioè di circa 1,5 mesi fa, e relativi solo a cinque mesi (gennaio-maggio 2025)”.
In secondo luogo, “il linguaggio utilizzato nella piattaforma non parla propriamente la lingua dei cittadini. All’interno della parte “core” per i cittadini, cioè quella che informa sul rispetto dei tempi di attesa, si parla di concetti come 1° quartile, mediana e 3° quartile. Concetti, la cui comprensione, anche per i più navigati della sanità, che però non hanno competenze statistiche, risulta particolarmente difficile”.
E ancora, “sull’aspetto più rilevante per i cittadini, la trasparenza del SSN, vale a dire conoscere se la propria Regione, Asl e distretto sanitario siano adempienti o meno rispetto alla loro capacità di garantire il rispetto de tempi massimi di attesa previsti dalla Legge, anche su questo la Piattaforma non gli è ancora di aiuto. Infatti, l’unico dato sul rispetto dei tempi di attesa è di livello nazionale. Quindi la possibilità per i cittadini di valutare, su evidenze, l’operato dei propri Presidenti di Regione, Assessori regionali, Direttori Generali e Direttori di distretto sanitario, è ad oggi, con l’attuale piattaforma nazionale liste di attesa ancora un miraggio”.
Inoltre, all’interno dell’indicatore “rispetto dei tempi di attesa”, sostiene Aceti, “i dati pubblicati si riferiscono ai tempi minimi e massimi di attesa per codice di priorità/prestazione, mentre non è possibile conoscere quale sia la percentuale di prestazioni erogate entro i tempi previsti per codice di priorità”.
Guardando agli altri “classici” per i cittadini che si confrontano con le liste di attesa, e cioè le cosiddette agende chiuse o bloccate, “anche su questo ancora non è pubblicato alcun dato”, aggiunge Aceti.
“Allo stesso modo – prosegue – per quel che riguarda il confronto tra i tempi di attesa dell’attività istituzionale e di quella libero-professionale (intramoenia). Anche su questo ancora nessun dato. Dubbi anche sull’indicatore “prenotazioni accettate”, cioè quelle prenotazioni per le quali il cittadino ha accettato la prima disponibilità. Ad un primo sguardo sembrerebbe che il cittadino ne rifiuti abbastanza. In realtà, però, manca ancora l’altro dato “core” per i cittadini, cioè la percentuale di prestazioni non accettate dai cittadini perchè fuori tempo massimo di attesa per codice di priorità assegnato o perchè eseguibili a decine/centinaia di km da casa, fuori ambito di garanzia o dentro un ambito di garanzia individuato senza il rispetto del principio di prossimità e raggiungibilità, così come invece previsto dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2019-2021″.
Infine, “assenti le funzionalità informative per permettere al cittadino di verificare in tempo reale i tempi d’attesa specifici per le prestazioni che deve eseguire nella propria ASL, come pure un’area dedicata all’informazione al cittadino, come supporto pratico sul come procedere in caso di ritardi, sui percorsi di tutela e sulle regole regionali in materia”.
In conclusione, prosegue Aceti, “l’attuale livello di accesso alle informazioni della Piattaforma nazionale Liste di Attesa sembra essere lontano dal poter garantire il livello di trasparenza che serve per permettere ai cittadini di recuperare fiducia nel SSN e per ridurre l’asimmetria informativa che ad oggi esiste tra loro e le istituzioni.
E’ necessario che Stato e Regioni rivedano subito il livello di trasparenza della Piattaforma”.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS)

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